La trama è molto semplice. Una famiglia "tipo", papà, -Tomas-, mamma, -Ebba-, con i loro due bambini hanno deciso di concedersi una bella vacanza di sci e relax sulle Alpi francesi, finalmente insieme, lontani dalla routine del lavoro.
L'albergo è confortevole per non dire lussuoso, il panorama è incredibile.
Un villaggetto arrampicato su un costone nevoso in mezzo all'epifania delle montagne: la sera brilla di piccole luci in un mare di bianco e pare un presepe.
Tutto bene: Tomas riprende a poco a poco il contatto con i bimbi. Si scia a lungo. Ci si riposa sul lettone.
Si condividono i momenti di intimità, a partire dal rito meticoloso del lavaggio dei denti.
Ma scende una valanga, mentre si ritrovano tutti a far pranzo sulla grande terrazza, e pare dover investire l'albergo. Ebba si stringe ai bimbi, cerca di proteggerli; Tomas, spinto dall'impulso alla sopravvivenza, fugge, quasi senza accorgersene.
La valanga ha deviato. Non è stata che una nube bianca passata radente.
Ma, negli equilibri della coppia, si è rotto qualcosa di importante. Tomas nega, tende a minimizzare.
Ebba parla e riparla dell'accaduto con Tomas, con gli amici occasionali, con gli amici cari.
Si riflette su come siamo, su come agiamo in certe circostanze, su come agiremmo.
"In situazioni estreme, chiunque può reagire in maniera del tutto inaspettata ed estremamente egoista.
Sembra che non ci siano studi scientifici sull'argomento ma a quanto pare in seguito ad una catastrofe, un dirottamento o un naufragio, molte coppie di sopravvissuti divorziano"
Sono le parole dello stesso regista, che ci spiega da
quale riflessione sia nato il suo film.
Come reagiremmo noi in una circostanza del genere?
Riflettono e discutono gli amici nel film, e non
mancano i momenti di umorismo estremamente
godibile.
Riflettiamo anche noi, fuori del film, ci
immedesimiamo.
Crisi, discorsi. Il film è quasi un pezzo di "teatro",
come certi films francesi, dove capita poco e si parla
molto.
Le facce degli attori sono bellissime, normali, come
devono essere, ma molto espressive.
Nonostante la conclusione un po' banale, per cui
Tomas in certo senso si riscatta, e si riavvicina a Ebba
e ai bimbi, il film non è banale.
Riesce a far pensare e a far sorridere.
Quando usciamo, lui mi prende la mano, e mi dice:
"io non sarei scappato". Io gli rispondo: "Lo so".
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