martedì 19 luglio 2016

Sulla Sierra di Corbera

Il nostro coraggio non conosce limiti.
Abbiamo messo insieme una piccola armata Brancaleone per una gita "in montagna".
C'è la nostra quasi undicenne esperta di arrampicata e amante della montagna. E lei va benissimo. Poi un cuginetto di quasi  7 anni, che non si lamenta mai, ed è supereducato. E anche lui va bene, se non fosse che indossa sandali da mare sulle calze prestate. Poi c'è il mio bimbo spagnolo, 6 anni, che si esibisce in una serie di lamentele assolutamente condivisibili: ho caldo, ho fame, ho sete, sono stanco. Il suo papà malsopporta le piccole ragionevoli rivendicazioni. Lo vorrebbe stoico e tutto d'un pezzo. Così  il povero, con una piccola voce di pianto, proclama della nostra salita tra spinosissime varietà  di roverelle, col sole a picco sulla cabeza:"sì  que me gusta...",anche se non ci crede nessuno.
Poi c'è  una principessa di cinque anni, vestita di camiciola con strass e volant e pantaloni della sorella. Di lei tutti conosciamo l'avversione per le lunghe camminate e l'incantevole  delicatezza.
Poi ci siamo noi grandi: il nonno esperto di ascensioni, il papà appena insofferente di sindacalismi infantili, ed io che mi domando se le mie ginocchia reggeranno il p.r. Leggi: "pequeño recorrido".
Partiamo con l'entusiasmo dell'incoscienza, ma la gita ci premia con il profumo dei pini, l'aria leggera e frizzantissima, la voce del vento, scorci meravigliosi fino al mare lontano,  dopo il verde intenso dei campi di riso.








Bellissimo.
I pitufet avanzano nella macchia.
Sgranocchiano biscotti e ciliegie.
Ingollano acqua tepida.
Affrontano persino un impervio balcone sul vuoto sussurrando che forse hanno paura.






Nessuno ci ferma.
Il nonno ascensionista e la bimba esperta sono andati a conquistare una vetta.
Noi si rotola sulla ghiaia tra pigolii accorati.
Si scende a volte "di sedere", perché "di culo si fa tutto" e ci scappa una risatina isterica.
Intanto gli ascensionisti ci hanno raggiunto.
La principessa ha abbandonato la mia mano e ha ripreso un inaspettato vigore.
Il mio bimbo avanza con il cuginetto ardimentoso in sandali marini e l'ultimo tratto è  di volata.
La vista del coche è  una vera epifania.
Ci infiliamo riconoscenti nel caldo torrido dell'abitacolo.
Sono tutti interi. Lottano col cinturone di seguritad. Vogliono il dannato tettuccio aperto. "Accontentiamoli".
Mi ribello, in preda a qualcosa di molto vicino ad una crisi di nervi.
Il tettuccio no!
Il sole cocente dell'una del pomeriggio a picco sulla cabeza per divertirci? Eh no!
Il tettuccio si richiude con uno sbuffo.
Mi godo l'aria condizionata, l'ombra, il sedile, il chiacchiericcio infantile.
Finalmente pacificata.

mercoledì 13 luglio 2016

Medievale Avignone

Ad Avignone arriviamo verso le due del pomeriggio .
Ci accoglie il nostro piccolo albergo, l'"hotel medieval", appunto, che se ne sta in una stretta strada acciottolata del centro antico.
Tutto qui è storia.
Che bello gustare una crepe e un bicchiere di sidro in una piazzetta racchiusa da vecchi platani ombrosi. Si vede da qui, contro il cielo, il bel campanile della chiesa di San Pietro.










Io continuo ad essere immersa in uno stato febbrile di coma vigile. Il caldo è opprimente. Il palazzo dei Papi è immenso. Davanti a noi, che ci aggiriamo di sala in sala con la nostra preziosa audio guida, si snodano secoli di storia.









La Cappella clementina è immensa, con altissime volte a crociera. La sala del tesoro impressionante. Bellissimi gli affreschi alle pareti che ci narrano si scene di caccia, di passatempi signorili, e paiono, nell'intreccio dei tenui arabeschi azzurrini, preziose tappezzerie.
Vent'anni per costruire il primo blocco di questo complesso.  Meno che per il palazzo di giustizia a Torino.  Mah. Very impressive.
Avanzo per forza d'inerzia nella calura dorata del pomeriggio.
L'antico ponte sul Rodano di Saint Benezet ci regala il fresco della massa d'acqua verde e scorci suggestivi della città.



































Un  ponte interrotto, che finisce nel nulla. Ti dà il senso dell'insensatezza. E quindi un senso ce l'ha.
Come dice Vasco Rossi.
Tra mille negozietti di lavanda, tovaglie provenzali, abitini fiorati,  proseguiamo il nostro giro fino alla piazza dell'orologio.
Una giostra a due piani, tutta di cavalli bianchi e dorati ci fa pensare alle nostre bimbe.



























La sera ci ritroviamo nella stessa piazzetta dei platani. Mi gusto gli spiedini di pollo, con la prospettiva meravigliosa di una doccia medievale, seguita da un bel sonno ristoratore nel letto medioevale, conciliato dalla partita, che non vedrò, trasmessa dalla televisione per nulla medievale..

venerdì 8 luglio 2016

Una piccola falce di luna

Lassù, sul velluto del cielo, la luce argentata di una piccola falce di luna.






Peccato aver solo un cellulare per fare una foto.
Così  lontana dal vero.
Socchiudete gli occhi. La vedrete perfetta.
Buona notte a todos.

Luces de noche en Cullera














Mille piccole luci lungo la Costa di Cullera.
Non è bello?
Buonanotte a tutti.

Verso Avignone

Partiamo da Bardonecchia. Abbiamo dormito al fresco.
La giornata è bella. Cappuccino e brioche rendono la mattina perfetta.
Dopo il colle della Scala, assolato e verdissimo, costeggiamo la Clarè attraversando i deliziosi paesini francesi.
Piccoli borghi antichi, raccolti intorno alla guglia del campanile della chiesa vecchia.
Ora la vista si apre sul verde azzurro del lago di Embrun.
Scatto qualche foto.
Intorno a noi il vento tra le foglie leggere.





In viaggio verso la Spagna

Abbiamo un mare di cose da portare in Spagna.
Una brandina, un lettino da campeggio, la chitarra del nostro musicista quattordicenne, una valanga di spugne grandi e piccole, quattro cuscini quadrati sui toni del marrone, quadri telati di foto marine che ho accuratamente impaccato, e poi le valige e la borsa frigo.
Insomma, un altro trasloco.
Mio marito guiderà per 1600 chilometri.
Ha organizzato tutto: le tappe, gli alberghi, le cose da vedere.
Io mi lascio trasportare come un trolley senza pensieri. Un po' zombi e un po' comatosa, con una febbricciattola che mi fa galleggiare nella mia bolla privata.
Il trasloco diventa il pretesto di un viaggio, di quelli che preferisco, con la possibilità di fermarci quando ci piace.
Che bello. Alla faccia della febbre e degli occhi semichiusi, da tartaruga centenaria.
Metto i provvidenziale occhiali neri, e si parte.

Agapanthi a Carcassonne

Abbiamo fatto una deviazione per vedere Carcassonne.
Il caldo ci avvolge in una nuvola di calore tropicale.
Ho un po' di febbre, e cammino come sospesa, come fossi una sonnambula.
In una piccola piazza della città bassa mi sorridono le corolle sferiche di cento Agapanthi,  bianchi e lilla.




















Ne accarezzo uno.
Fresco e fragrante come un sorso d'acqua.