Il nostro coraggio non conosce limiti.
Abbiamo messo insieme una piccola armata Brancaleone per una gita "in montagna".
C'è la nostra quasi undicenne esperta di arrampicata e amante della montagna. E lei va benissimo. Poi un cuginetto di quasi 7 anni, che non si lamenta mai, ed è supereducato. E anche lui va bene, se non fosse che indossa sandali da mare sulle calze prestate. Poi c'è il mio bimbo spagnolo, 6 anni, che si esibisce in una serie di lamentele assolutamente condivisibili: ho caldo, ho fame, ho sete, sono stanco. Il suo papà malsopporta le piccole ragionevoli rivendicazioni. Lo vorrebbe stoico e tutto d'un pezzo. Così il povero, con una piccola voce di pianto, proclama della nostra salita tra spinosissime varietà di roverelle, col sole a picco sulla cabeza:"sì que me gusta...",anche se non ci crede nessuno.
Poi c'è una principessa di cinque anni, vestita di camiciola con strass e volant e pantaloni della sorella. Di lei tutti conosciamo l'avversione per le lunghe camminate e l'incantevole delicatezza.
Poi ci siamo noi grandi: il nonno esperto di ascensioni, il papà appena insofferente di sindacalismi infantili, ed io che mi domando se le mie ginocchia reggeranno il p.r. Leggi: "pequeño recorrido".
Partiamo con l'entusiasmo dell'incoscienza, ma la gita ci premia con il profumo dei pini, l'aria leggera e frizzantissima, la voce del vento, scorci meravigliosi fino al mare lontano, dopo il verde intenso dei campi di riso.
Bellissimo.
I pitufet avanzano nella macchia.
Sgranocchiano biscotti e ciliegie.
Ingollano acqua tepida.
Affrontano persino un impervio balcone sul vuoto sussurrando che forse hanno paura.
Nessuno ci ferma.
Il nonno ascensionista e la bimba esperta sono andati a conquistare una vetta.
Noi si rotola sulla ghiaia tra pigolii accorati.
Si scende a volte "di sedere", perché "di culo si fa tutto" e ci scappa una risatina isterica.
Intanto gli ascensionisti ci hanno raggiunto.
La principessa ha abbandonato la mia mano e ha ripreso un inaspettato vigore.
Il mio bimbo avanza con il cuginetto ardimentoso in sandali marini e l'ultimo tratto è di volata.
La vista del coche è una vera epifania.
Ci infiliamo riconoscenti nel caldo torrido dell'abitacolo.
Sono tutti interi. Lottano col cinturone di seguritad. Vogliono il dannato tettuccio aperto. "Accontentiamoli".
Mi ribello, in preda a qualcosa di molto vicino ad una crisi di nervi.
Il tettuccio no!
Il sole cocente dell'una del pomeriggio a picco sulla cabeza per divertirci? Eh no!
Il tettuccio si richiude con uno sbuffo.
Mi godo l'aria condizionata, l'ombra, il sedile, il chiacchiericcio infantile.
Finalmente pacificata.
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