martedì 22 dicembre 2015

Cartoline dai Re Magi di Bardonecchia

Abbiamo rapito la nostra bimba più grande e l'abbiamo portata in montagna.
Bella, bellissima. Esile come un giunco, con i lunghi capelli castani striati di riflessi d'oro, il nasino spruzzato di lentiggini e una deliziosa fossetta sotto la bocca, a destra.
Ha portato una sacca di libri come se dovessimo fermarci per un mese, perché è un tipino coscienzioso e preciso, con un alto senso del dovere.
I compiti erano tutti per dopo le vacanze, dunque i libri si sono limitati a prendere aria buona.
E anche lei ha preso aria buona, in una lunghissima gita fino alla Guglia Rossa, dove voleva ritrovare il suo nome sul librone delle firme.
La salita hanno dovuto farla dal Colle di Thures, in una gelida mattina di sole, perché era già chiusa la strada dal Colle della Scala.   
Le sono venuti buoni il cappuccetto di lana marrone e i guanti di felpa che le ho prestato.







Sale snella e leggera come un giovane camoscio.
Che meraviglia le cime dei Re Magi contro il blu nitido del cielo.
I monti sono puliti, asciutti, senza un filo di neve.
Ecco vecchie tracce di neve  intorno al lago, completamente gelato.
Sulla superficie vagamente azzurrina sono intrappolate le foglie secche, come intarsi nel marmo. 






Si scivola superando il torrente ghiacciato.
Il sole scende veloce. L'aria si riempie di ombre violette.
A cento metri dalla cima bisogna tornare indietro.
Niente librone delle firme.
Un rammarico lieve.
Sarà per un'altra volta.  

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