sabato 30 maggio 2015

buon mattino con Grieg

Niente buonanotte...

Allora un mattino splendido come queste albe in Africa:













Buon mattino a tutti.

venerdì 29 maggio 2015

cambio di stagione: fatto!

Adesso niente più scuse.
Deve fare bello. Basta tentennamenti, freddi improvvisi, piogge autunnali.
Io ho finito di mettere a posto l'armadio,-ho vinto io, alla fine, ma anche l'armadio sembra soddisfatto-, e i giacconi sono riposti in posti scomodi insieme ai maglioncini di lana ai guanti e alle sciarpe.

Sono soddisfatta del mio lavoro, anche se ho tenuto un mucchio di roba che non metto e non metterò.
Ah, la tirannide dei ricordi.
Mi sono rifugiata dietro a scuse patetiche:"questo andrà bene alla mia prima bimba, questa gonna sarà perfetta per la seconda, guarda che belle pieghe, questo vestito spigato lo trasformerò in un tailleur-pantaloni per me (ma dove sono finiti i sarti, in via di estinzione come i panda), questa camiciola frufru piacerà un sacco alla terza bimba..."
Ma quando mai.








E allora largo ai pantaloni di lino, alle casacche di fresco cotone, alle camicie di voile con i colori delle farfalle, ai leggins "pinocchietto" che mettono allegria già con il loro nome.
Gran voglia di caldo, di estate, di sole sulla pelle.

Peccato che il cielo non ne voglia sapere.
Bianchiccio, tristanzuolo, promette pioggia, in accordo alle previsioni meteorologiche.
Mannaggia.

Ce ne andremo in montagna per tre giorni, con un cane che odia la pioggia e ha paura dei temporali.
Tre giorni di pioggia, dicono le previsioni.
Mannaggia.
Quattro passi da fare con l'ombrello, un cinema, una pizza, una provvista di gialli da leggere e il tennis da vedere a Roland Garros, sperando in una resurrezione di Nadal.

Fa freddo. Mi infilo un golfino di lana nera, che ho tenuto in basso, a portata di mano.
Perché il nero va bene con tutto. 
   

mercoledì 27 maggio 2015

buonanotte con i Pink Floyd

Musica degli anni settanta: "Il lato oscuro della luna", dei Pink Floyd.
Adatto per la buonanotte?
Mah.
Non so se la dimensione psichedelica concilia il sonno.


Inquietante.
In ognuno di noi c'è un "lunatico".
In ognuno di noi c'è una vena di pazzia.
Si può condividere.

E buonanotte a tutti.

Patagonia 3

Siamo partiti da Ushuaia sotto un cielo tra il grigio e il bianco, spazzolato dal solito vento.
Intabarrati nelle nostre giacche a vento, con guanti e cappuccio di lana.
La nostra imbarcazione filava leggera sopra le onde, che avevano il colore del piombo. 
Ogni tanto ci arrivavano degli spruzzi in faccia.

Non era il massimo del confort, ma davanti a noi sfilavano  le montagne, che sembravano emergere dall'acqua come fantasmi silenziosi.
Ce ne stavamo muti, come incantati.

L'isolotto che abbiamo esplorato era un piccolo pezzo di paradiso terrestre.


Un giardino popolato di mille forme di vita.
Ci siamo riempiti gli occhi.
Poi, il calore profumato di una tazza di the. 


Amore 10 : la canzone dell'amore perduto

Sono tante le canzoni di Fabrizio De Andrè che ci hanno accompagnato e tuttora ci accompagnano.

Questa è bellissima, ed è, come tutte le canzoni di De Andrè, come una poesia.

Parla di come si trasforma l'amore nel tempo:

"l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza." 

La canzone dell'amore perduto


Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",

vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi

l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.

E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai

ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.

E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo. 




blog come psicoterapia/ sogno 1: l'incubo della sottoveste

Faccio parte del popolo degli insonni.

Mi capita spesso, dopo aver dormito due, tre ore di sonno buono, quello vero, che dormi come un sasso o un bambino, di risvegliarmi e piombare più tardi in un dormiveglia popolato di sogni.

Sogni ricorrenti, che somigliano vagamente agli incubi, senza connotati di terrore, ma con l'atmosfera rosso-grigia dell'ansia.

Uno di questi sogni è quello della sottoveste.
La sottoveste è un indumento dimenticato, che nessuno oggi usa più, e che anch'io ho usato con parsimonia.

Pure, la sottoveste entra beffarda nei miei sogni con insistente regolarità.

Sogno che devo andare al lavoro, o a una cena tra amici, o semplicemente a comprare il latte, e mi ritrovo per strada con addosso solo la sottoveste.
Provo un disagio grandissimo, mi appiattisco come un gatto sui muri, striscio come un verme da un marciapiede all'altro.

















Non la vedo bene, la sottoveste, o forse non la ricordo.
Non so se è quella rosa con qualche pizzetto beige o quella nera liscia cortissima.
So solo che vorrei nascondermi, trovare una botola, disintegrarmi, ma non ce la faccio.

Il sogno mi dà un'ansia profonda, di chi vuole fuggire ma non sa come e dove.
L'unica scappatoia è svegliarmi. 

martedì 26 maggio 2015

Buonanotte con Eric Clapton


Bello questo testo, con parole tanto semplici.

E la chitarra è meravigliosa.

La voce di Eric Clapton suggestiva.



                       "Wonderful Tonight"

It's late in the evening; she's wondering what clothes to wear.
She puts on her make-up and brushes her long blonde hair.
And then she asks me, "Do I look all right?"
And I say, "Yes, you look wonderful tonight."

We go to a party and everyone turns to see
This beautiful lady that's walking around with me.
And then she asks me, "Do you feel all right?"
And I say, "Yes, I feel wonderful tonight."

I feel wonderful because I see
The love light in your eyes.
And the wonder of it all
Is that you just don't realize how much I love you.

It's time to go home now and I've got an aching head,
So I give her the car keys and she helps me to bed.
And then I tell her, as I turn out the light,
I say, "My darling, you were wonderful tonight.
Oh my darling, you were wonderful tonight."


Buonanotte, anzi, a wonderful night, a tutti.

per il cigno è per sempre

I cigni sono monogami.
Si scelgono dopo un lungo corteggiamento.
Hanno modi tenerissimi di scambiarsi effusioni: quasi baci umani.
Metton su casa con una cura particolare.
Scelgono con attenzione il territorio più adatto alla costruzione del nido. La femmina cova mentre il maschio protegge il nido.
Ma spesso ci si alterna nei ruoli, e anche il maschio dà il cambio nella covata, per permettere alla sua compagna di cibarsi.
La loro vita è a due, assolutamente di coppia, una coppia affettuosissima e indissolubile, pensata per la vita.
Se uno dei due viene a mancare, l'altro entra in una fase di struggimento e tristezza, perde l'appetito, giunge a volta a morirne.

In un parco di Torino è scomparsa dal laghetto la femmina di una coppia.
Rubata, rapita?
Certo non fuggita.
Era impegnata nella cova.
Ora è il maschio che cova le uova.
Se ne sta triste sul nido, con quel senso eroico del dovere che spesso a noi manca.
La gente gli butta vicino al nido bocconcini di verdura, perché riesca a cibarsi.




lunedì 25 maggio 2015

buonanotte con Fauré



Che bello questo brano di Gabriel Fauré, la  Pavane Op 50 in Fa diesis minore.
Scritta nel 1877, ha l'andamento ampio, avvolgente, cantabile, della danza di corte da cui prende il nome.
Manca la ricerca degli effetti speciali: ha un che di intimistico, quasi una domanda sospesa, anche nel crescendo.

Lo ascoltiamo nella fluida interpretazione dei 12 violoncellisti dei Berliner Philarmoniker. 

Qui il canto del flauto è affidato alla voce pura del violoncello.

Da ascoltare anche nella versione per piano solo, e in quella per piccola orchestra e coro.



Buonanotte a tutti.

"Una rosa è una rosa , è una rosa".

Se il famoso sorriso quotidiano fa fatica a farsi strada,  perché, come me, vi siete guardati troppo intorno, infilatevi un paio di scarpe comode e andate al primo giardino comodo, a vedere dei fiori.

Se poi avete la fortuna di essere a Roma, salite all'Aventino, al giardino delle rose.

Questa è la stagione giusta, e le rose vi ripagheranno con la loro fragrante bellezza.
Scoprirete  i rosa i porpora i carminio, i rossi damascati sontuosi, i bianchi nivei, l'esplosione dei gialli aranciati.
Vi perderete tra i mille tipi di forme, di colori, di portamento.
Ogni rosa ha un nome e una storia, ed è stata cercata e voluta come un bambino.
Ogni rosa è unica, come quella del piccolo principe.


Gertrud Stein, la collezionista d'arte interpretata da una grande Kathy Bates nel lieve delizioso  film di Woody Allen "Midnight in Paris", scrive così nel suo poema "Sacred Emily":

"Una rosa è una rosa , è una rosa".

Una tautologia, pare una banalità.
Ma è così: la bellezza esiste, a questo mondo.

allora, se puede?

Grande risultato  di Podemos a Barcellona e a Madrid.
Sono molto legata alla Spagna, dove vive  mio figlio con la sua bella famiglia. 
Ho due piccoli stupendi bambini in Spagna.
E la Spagna mi interessa, eccome.
Ci vado spesso, e ritrovo, lì come in Italia, la crisi.
I giovani senza lavoro, la disoccupazione dilagante, gli alloggi in vendita per le rate troppo alte dei mutui.
Allora come da noi?
Non proprio.




















Strade larghe, a più corsie, e ben tenute, e spesso senza spese di percorrenza. Non proprio come le nostre autostrade antidiluviane e carissime, con eterni lavori in corso.
Aree giochi per i bimbi ad ogni passo. "Case della cultura" anche nei puebli più piccoli.
Le spiagge pulitissime. Senza la ressa di sdraio e ombrelloni. Ma con le docce e i cestini.
Le aree per i disabili. La musica coltivata nelle scuole e nelle "bande di paese".
I treni puliti e in orario. Le metropolitane efficienti con sconti per i pensionati. Città come Barcellona, invase come Roma dai turisti, ma lucidate a specchio, non in stato di degrado ed abbandono.
La maternità ben tutelata sui posti di lavoro.
La violenza contro le donne perseguita alle radici.
Le leggi civili  più aperte e lungimiranti, pur trattandosi di uno stato cattolicissimo.

Anche lì certo corruzione e malgoverno, ma almeno qualcosa si è fatto.

Che rabbia.
Mi viene da piangere a pensare alla nostra bella Italia sconciata e senza speranze.

Anche noi abbiamo avuto i nostri "indignados".
Grande entusiasmo. Grandi speranze.
Ma i nostri stellati non sono stati una svolta.
Si sono ritirati sull'Aventino turandosi il naso.
Non facendo nulla, ma proprio nulla, per non sporcarsi le mani.
Facile e improduttivo. Una grande occasione sprecata. Solo grida e rumore.

Che rabbia.
Forse in Italia non "se puede". Troppa corruzione mafia camorra. Niente "Yes we can". Niente "sì se puede".

Che rabbia.
E allora meglio coltivare fiori leggere poesie ascoltare musica godere del sorriso dei bimbi  e guardare Federer.
E lavorare bene nel proprio piccolo mondo quotidiano, con l'ultima scintilla di speranza che ci brucia dentro.

Augurando a Podemos tutto il bene del mondo.

Ricordi e rimpianti cadono a mucchi, come le foglie secche.

I ricordi e i rimpianti  si spazzano a mucchi, come le foglie secche.
Così dice Prévert, in una poesia che è già una canzone.
Usa parole semplici, che ci appartengono.

" E la vita separa quelli che si amano,
così, dolcemente, senza fare rumore".


Les feuilles mortes di Jacques Prévert

Oh, je voudrais tant que tu te souviennes,       Oh, vorrei tanto che tu ti ricordassi    
des jours heureux quand nous étions amis,     dei giorni felici,quando eravamo amici,
dans ce temps là, la vie était plus belle,          in quel tempo la vita era più bella,
et le soleil plus brûlant qu'aujourd'hui.            e il sole più bruciante di oggi. 
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,     Le foglie morte cadono a mucchi.

tu vois je n'ai pas oublié.                               Vedi bene che non ho dimenticato.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,     
Le foglie morte cadono a mucchi,
les souvenirs et les regrets aussi,                   anche i ricordi e i rimpianti,
et le vent du nord les emporte,                      e il vento del nord le porta via
dans la nuit froide de l'oubli.                          nella notte fredda dell'oblio.
Tu vois, je n'ai pas oublié,                             
Vedi, non ho dimenticato,
La chanson que tu me chantais...                   la canzone che mi cantavi...
C'est une chanson, qui nous ressemble,          E' una canzone che ci assomiglia,
Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.                  tu che mi amavi, io che ti amavo.
Nous vivions, tous les deux ensemble,            Noi vivevamo, tutti e due insieme,
Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.                
 tu che mi amavi, io che ti amavo.
Et la vie sépare ceux qui s'aiment,                 Ma la vita separa quelli che si amano, 
Tout doucement, sans faire de bruit.              molto dolcemente, senza fare rumore. 
Et la mer efface sur le sable,                         E il mare cancella sulla sabbia
Les pas des amants désunis.                         i passi degli amanti divisi
Nous vivions, tous les deux ensemble,           
Noi vivevamo, tutti e due insieme,
Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.                 tu che mi amavi, io che ti amavo.
Et la vie sépare ceux qui s'aiment,                 Ma la vita separa quelli che si amano, 
Tout doucement, sans faire de bruit.              
molto dolcemente, senza fare rumore.
Et la mer efface sur le sable                          E il mare cancella sulla sabbia
Les pas des amants désunis...                       i passi degli amanti divisi...



Ci dà melanconia l'immagine del  mare  che cancella sulla sabbia i passi di quelli che si amavano.

Ma è così: ci si allontana dolcemente, senza fare rumore.

domenica 24 maggio 2015

finalmente la neve a Bardonecchia



Un metro di neve a Bardonecchia, per un Natale soffice e silenzioso.

Vi sono certi suoni che conciliano il sonno.
Come l'acqua di un torrente che scorre.
O il rumore ritmico delle onde del mare.

La "neve non fa rumore", ma ha un certo suono.
Un suono bianco, ovattato, tra il velluto e la bambagia.
Ci si addormenta bene, con la neve.

 

Chiudete gli occhi e sognate. 

sabato 23 maggio 2015

buonanotte con "La vie en rose"


Che regalo porta questa notte.
La voce calda, roca, avvolgente, di Louis Armstrong.
La voce struggente della sua tromba. 






Buonanotte a tutti.

un libro che ho amato

Ho chiesto "qual è il libro che ti è piaciuto di più?"
Mio marito ha risposto "Il processo" di Kafka.
Intellettuale.
Io allora avrei scelto "Le metamorfosi", con quel Gregor Samsa a cui penso spesso quando ho difficoltà ad alzarmi da una poltrona troppo avvolgente.

Mia figlia ha risposto "Le anime morte" di Gogol, perché l'ha fatta ridere molto.

Io, come loro, facevo fatica a scegliere.
Ho detto"L'idiota", ma avrei potuto dire altri cento titoli con altrettanta convinzione.
Ora, da sola con la pagina bianca, penso che il libro che ho amato di più è stato quello che mi ha "segnato", facendo della lettura uno dei miei passatempo preferiti.


















"Il piccolo principe" di Saint-Exupéry mi ha aperto il mondo delle pagine scritte.
L'ho regalato a tutti i bimbi che conosco.
L'ho letto e riletto.
Indimenticabili la rosa unica e capricciosa, e la volpe, la piccola volpe che spiega i riti della costruzione di un legame al principe sognante:


"... Che cosa vuol dire “addomesticare”?»
"È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”...»

"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro.
Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."


Ma come si fa ad addomesticare qualcuno ?

"Bisogna essere molto pazienti"...
...In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino...»
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
«Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice.

Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e a inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti."


"...Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra.
Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica.
E poi, guarda! Vedi laggiù, in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. 
Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi mi farà pensare a te.
E amerò il rumore del vento nel grano...". 


Non ha paura di soffrire al momento del distacco.
Avere un legame comporta dei rischi.
Può far soffrire.
Ma ne vale la pena.


"Ma piangerai!", disse il piccolo principe.
"È certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano."



Frasi come "Mi hai addomesticato", "prepararmi il cuore","ci guadagno il colore del grano", sono diventate parte del mio lessico.

E da quel libro in poi leggere è stato non solo uno svago, ma un modo di vivere.
Un libro di "iniziazione".

Regalatelo ai vostri bambini.

venerdì 22 maggio 2015

Buonanotte con "Strangers in the night"

Vi sono musiche che ci rimangono dentro.
Non hanno età.
E voci, come quella di Frank Sinatra, di un tessuto così duttile e morbido che carezzano l'ascolto.


Canzoni senza tempo. Fantastiche. Come questa. 

Buona notte a tutti.

fragole dal cielo

Cielo e vento son generosi con il mio balcone.
Mi hanno regalato peperoncini decorativi, basilico profumato e petunie violette.
Che ora non ci sono più, perché sono piante annuali.
Ora ho le fragole.
Sono comparse l'anno scorso. Un ciuffetto di foglie frastagliate. Quattro fiorellini bianchi.
Ora sono rigogliose.
Hanno superato brillantemente il freddo di Torino. Convivono serenamente con primule e ciclamini.
E mi regalano fragole deliziose che contendo ai merli golosi.



















Certo non sono tante da riempire una coppetta, ma il loro gusto è impagabile, pieno di profumo.
E poi sono arrivate dal cielo.

giovedì 21 maggio 2015

buona notte con "Casta diva"

Un'ode alla luna con la splendida voce di Maria Callas, dalla "Norma" di Bellini.


   
Buona notte a tutti.

un nanosecondo di poesia

Ci vuole un po' di poesia, ogni tanto, nella nostra caotica vita quotidiana, che ci regali un attimo di sospensione.


da 10 AGOSTO di Giovanni Pascoli
San Lorenzo, io lo so perché tanto

di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
                    ...

E voi lo sapete?

Il fascino di una notte stellata.
Le stelle sono un po' magiche, se non conosci nulla di astronomia e atrofisica.
Come in questo poetico "corto", dove le stelle sono creature a cinque punte.
Come quelle che disegnano i bambini.

patagonia 2

Sono a un terzo dell'impresa "armadio".
Per ora non ho ancora selezionato niente da buttare.
Per ora sposto solo.

Chi tiene tante cose "sposta", non butta.
Non è "sindrome di accumulo", l'etichetta nuova che i fantasiosi psicologi e psichiatri usano per indicare l'impossibilità , pare comuni a molti, di liberarsi di cose vecchie e inutili, che possono diventare dossi, e poi colline, e poi montagne.
Non sono vittima di questa patologia, ma ho riempito due sacchi di abiti importabili.
Vedrò cosa farne.

Lo sforzo  mi ha prostrato, sta vincendo l'armadio.
Per ricrearmi ho messo insieme le immagini di foche e pinguini in Patagonia.



Una terra stupenda e unica, dove puoi ancora viaggiare per chilometri senza incontrare un'anima, dove il vento spazza con forza pianure montagne e capelli, dove la natura è ancora intatta e popolata di meravigliosi animali liberi.

Guardate che buffi e teneri i pinguinotti ancora piumosi di lanugine.
Come dei peluche. 

ragnetto con la coda

Quante cose cambiano con il tempo.

Con i miei figli ero stressante, esigente, a volte inflessibile, almeno loro mi dicono così.
Mi raccontano -io non ricordo, avrò eliminato tutti i ricordi di madre aguzzina-, che li costringevo a mangiare tutta la schifida insalata di nervetti (mai cucinati in vita mia, lo giuro),  li obbligavo ad  andare a letto alle otto e mezza e  li bersagliavo con le presine delle pentole.

Una madre kapò, insomma.
Peccato che non ricordi nulla di tutto questo.
Ricordo però che non ero apprensiva per niente.

Con i miei nipotini invece sono tutta diversa.
Paziente, lassista, propensa ai vizi e alle coccole.
E decisamente apprensiva.
Quando la mia bimba "arrampica" la osservo con ansia, e a volte chiudo gli occhi, come faccio durante le sequenze più trucide di certi film.



Lei sale leggera, non sa niente della gravità.
A me sembra un grazioso ragnetto. Con la coda.



mercoledì 20 maggio 2015

Buona notte con la colomba che si sbagliava


Se equivocó la paloma       di Rafael Alberti






Se equivocó la paloma,
se equivocaba
por ir al norte fue al sur
creyó que el trigo era agua
creyó que el mar era el cielo
que la noche la mañana…
que las estrellas rocío
que la calor la nevada
que tu falda era su blusa
que tu corazón su casa…
ella se durmió en la orilla tù, en la cumbre de una rama. 


 

Questa bella poesia del poeta spagnolo Rafael Alberti, dedicata a Pablo Neruda, e pubblicata nel 1941 nel libro "Tra il garofano e la spada", fu messa in musica da Carlos Guastavino, musicista di Buenos Aires.



La potete trovare nelle tante edizioni, col testo spagnolo a fronte, delle poesie d'amore di Rafael Alberti.

Non è una ninnananna, ma la ripetizione dei versi "ma si sbagliava, ma si sbagliava", e la suggestione della voce di Sergio Endrigo, la rende, secondo me,
una ballata perfetta, piena d'incanto, per l'augurio della buonanotte .


Amore 9: "Amarsi un po'"

Sono tante le canzoni di Lucio Battisti che hanno accompagnato la nostra vita, e ancora l'accompagnano.

"Amarsi un po'" è una di queste:



Nel video la canzone è tagliata.
Ascoltatela intera:



E gli uccelli se ne infischiano

Notizia ferale: sta vincendo l'armadio!
Oggi mi metterò d'impegno.

Qui il cielo è grigio, con un vago presagio di pioggia.
Mi sono messa un paio di pantaloni di cotone neri, quelli a sbuffo col cavallo basso, da odalisca, comprati quest'estate da un vuccumprà su di una spiaggia, una camicetta bianca e scarpe da ginnastica bianche.
Il tutto trovato ravanando nel famoso temibile armadio.
Ora anche un golfino bianco. Ho aperto la finestra per sentire le grida degli uccelli e controllare i fiori sul cactus ciccione, e fa freddo.

Gli uccelli fanno un baccano indiavolato.
Popolano gli alberi di questa piazzetta sopraelevata, che un tempo era piena di giochi di bimbi, e ora è un parcheggio con qualche panchina sderenata e vialetti incolti pieni di cacche di cane.
















Per terra trovi pezzi di pizza cartacce e lattine vuote.
Che pena!

Ma gli uccelli se ne infischiano, perché tanto se ne stanno lassù, nel loro mondo aereo, tra i rami degli ippocastani.
Saranno centinaia: ci sono merli, -che belli-, e piccoli passeri leggeri, e tantissime cornacchie.

Come Cosimo, il "Barone rampante" di Italo Calvino, (gran libro, leggetelo o rileggetelo), vivono sugli alberi e delle cacche proprio se ne infischiano.
E dai pezzi di pizza strappano bricioline con piccole beccate nervose.
Vedi che pure gli avanzi di pizza servono a qualcosa...


martedì 19 maggio 2015

Buonanotte con Beethoven




  • Un altro "chiaro di luna" famosissimo. 


  • Si tratta del primo movimento, l'Adagio sostenuto, della Sonata No.14 in Do diesis Minore di Beethoven, la sonata "Chiaro di luna", nell'interpretazione di Wilhelm Kempff.






  • Una sonata andrebbe ascoltata per intero, 
  • perché ha uno sviluppo e una conclusione, ma per la buonanotte il primo movimento è perfetto.

    Buonanotte a tutti!













  • cambio di stagione

    Oggi voglio proprio finire di mettere a posto l'armadio.
    Sembra che il bel tempo ormai sia stabile.
    Giacche e giacconi cedono il posto ai golfini, la lana al cotone.

    Se apro il mio armadio, che è del tipo "quattro stagioni", corro il rischio di essere sepolta sotto una valanga.
























    Odio l'armadio così inutilmente strapieno. Ho una quantità di capi che se ne stanno lì perché ci sono affezionata, perché sono pigra e nostalgica, perché penso sempre di rientrare, un giorno o l'altro, nelle taglie passate.
    Poi finisco di mettere sempre le stesse cose, e mi basterebbe un armadietto da spogliatoio di piscina.
    Rimando e rimando.

    Questo maglioncino l'ho comprato a Miami. E questa gonna va bene con le scarpe amaranto- che non metto mai, perché non metto la gonna-.E questo vestito è stretto, proprio importabile, ma se dimagrissi di tre chili...Questo vestito l'ho messo al Battesimo della bimba. Mi va ancora bene...

    Mettere a posto l'armadio è come fare un tuffo nel passato, e non mi sento pronta.
    Mi manca il coraggio, sono un'ameba.

    Chi vince, lui o io?
    Oggi lo voglio proprio affrontare, quello stramaledettissimo armadio.
    Poi vi dirò com'è andata.

    Juventus contro Barcellona: come Davide contro Golia?

    La storia di Davide e Golia mi ha sempre affascinata.
    Un ragazzino che pascola le pecore.
    Così esile che nessuno lo pensa in grado di combattere.
    Così giovane che lo si pensa pieno di paura.



















    Ha portato i pani al campo di battaglia, ai fratelli.
    Golia , il campione dei Filistei, è un gigante armato di tutto punto:

    "...Golia, di Gat, era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo.
    Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle.
    L'asta della sua lancia era come un subbio e la lama dell'asta pesava seicento sicli di ferro."


    Enorme, spaventoso, spavaldo.

    Tutti hanno paura. Nessuno accoglie la sua sfida.




    Ma non ha paura Davide, troppo esile persino per indossare la corazza di Saul, che gli scivola ai piedi.
    Troppo esile per sostenere il peso di una spada.

    "...prese in mano il suo bastone, si scelse nel torrente cinque pietre lisce, le pose nella sacca da pastore, in un sacchetto che aveva; poi, con la sua fionda in mano, mosse contro il Filisteo."

    Non ha paura, forse perché è così giovane,  o, come dice la Bibbia, perché si sente sorretto dalla parola di Dio.
    Combatte come può, come sa, lui che nello stesso modo ha già atterrato orsi e lupi che minacciavano le sue pecore:


    "... mise la mano nella sacca, ne trasse fuori una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte; la pietra si conficcò nella fronte ed egli cadde con la faccia a terra. Così Davide con una fionda e con una pietra vinse il Filisteo..."

    Bella storia, vero?
    Insomma non sarebbe male se la Juventus se la cavasse in modo altrettanto brillante, contro i pronostici.
    Senza atterrare Messi o Suarez con una pietra in fronte, naturalmente.