Triste da dire, ma è così.
Il tempo che scorre è come una pietra abrasiva.
A poco a poco cancella la bellezza.
Prima cancella lo splendore, appanna tutto quello che è lucido e fresco: la pelle, i capelli,il sorriso.
Poi tesse una ragnatela sottile, scava e consuma.
Con un lavorio costante, appena percettibile, ma quotidiano.
Quasi non te ne accorgi, ma poi ti guardi con attenzione e non ti riconosci.
Il tempo è una livella: chi è stato bello, con gli anni, peggiora infinitamente di più di chi bello non è stato.
La rivincita dei brutti. Si arriva tutti allo stesso traguardo.
Allora sì che diventano importanti le risorse interiori, la serenità, la gentilezza, l'interesse per gli altri, l'armonia.
Invecchiare con grazia non è un fatto di silicone e di diete, ma proprio di gioia interiore.
Specchiamoci negli occhi di chi ci ama: vedremo ancora intatta la nostra bellezza.
Anche per Enrichetta la bellezza è importante.
Ce ne parla nella piccola storia 3 bis:
IL
GIUDIZIO DI PARIDE
“Paride se ne stava
sdraiato sotto un leccio.
Paride era un principe bellissimo, ma faceva il
pastore, come voleva suo padre, il re Priamo, perché se ne stesse lontano dai
guai.
Guardava pascolare le sue pecore e
un po’ si annoiava. Non succedeva mai niente, quando faceva pascolare le
pecore.
Le pecore erano
tutte bianche, ma in mezzo a loro, puf, ecco una nuvoletta mille volte più
bianca.
E da quella nuvoletta, puf, ecco uscire una signora bellissima.
E poi un’altra
nuvoletta, puf, e una seconda signora ancora più bella. E un’altra nuvoletta,
puf, e una terza signora, puf, mille volte più bella.
Paride guardava
frastornato le tre signore
bellissime e pensava di sognare.
Quando, pum, una piccola mela d’oro cadde dal
leccio-una mela da un leccio?- proprio tra le sue mani. Sopra c’era scritto
“alla più bella”.
Paride ora aveva gli occhi grandi come piattini da te, e
pensava di essere impazzito, quando un vocione, che non si sapeva bene da dove
veniva, gli disse:
“Paride, davanti a
te ci sono tre dee, Era, Atena e
Afrodite.
Darai la mela d’oro
a chi ti sembra la più bella”.
La prima dea aveva
pelle bianca e grandi occhi bruni.
Si avvicinò a
Paride e gli disse:
“Io sono Era, moglie di Zeus, il re di tutti gli dei.
Se dai a me la mela
avrai tutto il potere e le ricchezze del
mondo”.
"Bella, bella, forse
un po’ troppo in carne per i miei gusti.
Ma cosa me ne farei
di tanto potere e ricchezze?"
La seconda dea era
alta e snellissima, con occhi azzurri come il ghiaccio.
Si avvicinò a Paride e gli disse:
“Io
sono Atena, dea delle guerre e della sapienza.
Se dai a me la mela
avrai tutta la saggezza del mondo e sarai sempre vincitore in battaglia.”
"Bella, bellissima,
un po’ troppo ossuta per i miei gusti.
La saggezza? Boh,
le persone troppo intelligenti le trovo noiose.
E poi sono un
pacifista, come le mie pecore".
La terza dea era
morbida come un gelato e flessuosa come un giunco, aveva lunghi capelli biondi,
occhi azzurri come il mare, pieni di luce, e una bocca che sembrava una
fragola.
Si avvicinò a Paride e gli disse:
“Io sono Afrodite, dea dell’amore.
Se dai a me la mela incontrerai la donna più bella del mondo che si innamorerà
di te”.
"Questo sì che mi
piacerebbe!"
Paride si alzò e
pose la mela d’oro tra le mani di Afrodite, che gli sorrise con infinita
dolcezza, con quella sua bocca da fragola.
“Ed è davvero la più bella,
infinitamente più bella.”
Poi, puf, le tre dee scomparvero nelle loro nuvole
bianche, in un puf, proprio come erano venute.”
Enrichetta si
guardò nel ruscello.
“Neanch’io sono da buttare via.
Per essere una
gallina, intendo”.
Le piccole storie di Enrichetta le puoi trovare su questo librino, dedicato ai piccoli che imparano a contare:
https://books.google.it/books?isbn=8891180726
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