venerdì 30 ottobre 2015

autunno a Torino

Oggi fa caldo a Torino.
Il cielo  è  di quel limpido azzurro che ci regalano gli ultimi giorni di ottobre.
Vi mando un albero dalle foglie accartocciate, una pennellata d'autunno sullo sfondo turchino.




















Un albero che sembra una scultura.

Buon mattino a tutti.

giovedì 29 ottobre 2015

Enrichetta n.15: il gioco della settimana

Un gioco della mia infanzia è il gioco della settimana.

Un gioco che si fa all'aperto, sul cortile o sull'asfalto.
Oggi i bambini forse non lo conoscono nemmeno.
I cortili sono spazi silenziosi dove non si gioca più. Detta la sua legge il regolamento di condominio.
L'asfalto è occupato dalle automobili e non è certo un luogo sicuro per saltare su una gamba sola.

Però era davvero un bel gioco, anche se qualcuno, come Enrichetta, lo trova stupido.

Anna ha disegnato con un gessetto bianco lo schema della settimana sulle pietre grigie del cortile.


























"Giochi?" Chiede Enrichetta.
"Sì, alla settimana."
"Come si gioca?", chiede Enrichetta, che vuole sempre rendersi conto di tutto. 
"Prendi un sasso come questo, vedi? Lo lanci nella casella del lunedì, ci vai saltando su un piede solo, ma non devi toccare le righe, altrimenti devi ripartire da zero.
Poi rilanci il sasso  alla casella del martedì, e ti sposti, sempre saltellando, e sempre così, fino alla domenica.
Sulla casella della domenica ti puoi riposare, e mettere giù il piede. Poi devi rifare tutto il percorso di ritorno, sempre allo stesso modo, senza mettere giù il piede e senza toccare le righe."
"E chi vince?"
"Chi fa tutto il percorso, senza sbagliare, in meno tempo."
"Ma stai giocando da sola!"
"Sì, gioco contro me stessa."
"Gioco anch'io?"

Enrichetta è agile, come tutte le galline peppole.
Però ha le zampe corte, lo sappiamo, come tutte le galline peppole. E le riesce davvero difficile lanciare il sasso col becco. 
Ce la fa ad arrivare fino al giovedì, poi si ingarbuglia con le zampe e tocca la riga.
"Hai toccato!" Gridò Anna.
"Ma è un gioco stupido". Enrichetta è seccata. "Lasciamolo fare a Nadal, che non vuole calpestare le righe..."

"Hai ragione", dice Anna, che capisce la mortificazione della sua gallina, e la carezza proprio lì, dietro la cresta, dove sa che le piace di più. 

Flavia Pennetta: grazie lo stesso!

Peccato davvero.
L'avventura di Flavia è finita. Non si qualifica alle semifinali a Singapore.
Bravissima nel primo set. Stava per farcela. 
Avanti nel punteggio, ha dovuto cedere per 5-7 contro una Sharapova, capace, come al solito, di tenaci rimonte, assistita da un servizio killer.





























Il secondo set si è spento sul nascere, con il punteggio impietoso di 1-6.
Flavia ha raramente trovato la prima. 
Maria ha giocato come sa fare lei, punto su punto, menando colpi come fendenti.
Che lottatrice questa creatura impenetrabile.
Ne cogli un tratto umano solo nel lungo intervallo tra un servizio e l'altro, in cui contempla assorta il tabellone. Forse recita qualche mantra scaramantico.
Vabbè, Flavia, Grazie lo stesso.
A noi sportivi stravaccati sul divano hai regalato tanto, tantissimo.
Grande Flavia.  

mercoledì 28 ottobre 2015

Forza Flavia!

Trentatre anni. Uno meno di Federer. Ha un bel viso pulito con un sorriso comunicativo. 
Gioca un gran tennis che piace a Gianni Clerici: la chiama "la mia Penna".
(A proposito, non scrive più sui quotidiani, questo grande giornalista sportivo, dalla prosa coinvolgente?)
























A me Flavia piace moltissimo.
Mi piace la sua bellezza mediterranea.
I suoi rovesci lungolinea. I pallonetti intelligenti.
Le sue smorzate imprevedibili.
Mi piace il suo pugnetto discreto ma grintoso quando fa i punti.
Mi piace quel suo modo poco nordico di parlare a se stessa, incitandosi. 
O rampognandosi.
Sta giocando, tra le prime otto tenniste del mondo, le Finals di Singapore.
Ha vinto contro la Radwanska e domani incontrerà la Sharapova.
Quindici centimetri di differenza. Spalle enormi che, se non fosse così bella, la farebbero sembrare un armadio. Con un gioco d'attacco che non teme i doppi falli, Maria è decisamente in forma.
Come l'altro bel granatiere, la Muguruza, che tira bordate e sembra una cecchina.
Forza, Flavia, batti le gigantesse.
Ce la puoi fare, Flavia. 
Tu giochi a tennis con l'intelligenza di chi gioca a scacchi.

Enrichetta n.14: Enrichetta,Samantha e le stelle.

Anna ed Enrichetta guardano le stelle.
"Come la vedrà la terra, dal cielo, la Samantha?"
Chiede pensosa Enrichetta.
"Samantha chi, la mia ex gallina?" Anna è stupita.
"Samantha la Cristoforetti, quella è un ingegnere, mica una gallina..."
"E tu che ne sai, della nostra astronauta. Guarda che adesso non è più in orbita. A giugno è rientrata sulla terra, nel Kazakistan." 
"Io mi documento. Ascolto la radio. Mi piace guardare il cielo. Anche a me piacerebbe volare alta alta, come la Samantha. Vedere le stelle da vicino" 
"Lo sai che nel cielo ci sono ottantotto costellazioni, e tra queste ce ne sono dodici, una per ogni mese dell’anno?"
“E che cosa sono le costellazioni?”, chiede Enrichetta, che vuole sempre rendersi conto di tutto.
“Sono gruppi di stelle che raccolgono tutte le stelle del cielo.
Tutte hanno dei nomi. E una storia”.























“Quelle, per esempio, che si vedono così bene, come si chiamano?”
“Quelle sono le stelle dell’ Orsa maggiore.”
“Perché dell’Orsa?”
“Te l’ho detto che tutte hanno una storia, che cambia un po’ a seconda di chi la racconta.
Allora, c’era Zeus, il re di tutti gli dei, che era ancora un bambino. Il padre di Zeus, Crono, lo voleva mangiare come aveva fatto con i suoi fratelli. Ma due orse amorevoli, una grande, quella Maggiore, e una piccolina, quella Minore, lo salvarono nascondendolo nella loro grotta.
Invece i Tuareg, che vivono in Africa, e non conoscono gli orsi, vedono in queste stelle una cammella grande e una piccolina”.

Enrichetta, che come tutte le galline peppole ha uno spiccato senso materno, rimane un po’ scossa per la storia di Crono che si è divorato i suoi figli, e si pizzica il becco con l’ala, in modo pensoso.

“Sono tutte così, le storie delle stelle?”
“Non tutte, ma molte.”

“Non le voglio più sentire. Voglio godermi le stelle così, come mi godo le lucciole.”

martedì 27 ottobre 2015

buon mattino con Freedom di Pharrell Williams


Fantastico il video di questa canzone di Pharrel Williams, eclettico cantante americano, compositore, produttore, stilista... e chi più ne ha più ne metta...
Vi accludo il testo e una mia traduzione. 
Anche se del testo ho trovato versioni dissimili in qualche verso, il senso è quello.
Le immagini sono forti e poetiche, a parte alcune che a me paiono un po' scontate.



Freedom

Hold on to me
don’t let me go
Who cares what they see?
Who cares what they know?
Your first name is Free
last name is Dom
cause you still believe
in where we’re from
man’s red flower
it’s in every living thing
mind, use your power
spirit, use your wings
Freedom!Freedom! Freedom! Freedom Freedom Freedom
Hold on to me
don’t let me go
cheetahs need to eat
run, antelope
your first name is King
last name is Dom
cause you still believe
in everyone
when a baby first breathes
when night sees sunrise
when the whale hops the sea
when man recognizes
Freedom! Freedom!Freedom! Freedom Freedom
Breathe in
we are from heat
the electric one
does it shock you to see
he left us the sun?
Atoms in the air
organisms in the sea
the sun and yes, man
are made of the same things
Freedom! Freedom! Freedom! Freedom Freedom Freedom Freedom Freedom
  
La mia traduzione

Stringiti a me
non lasciarmi andare
A chi importa che cosa vedono?
A chi importa che cosa sanno ?
Il tuo nome è Free
il tuo cognome è Dom
perché tu credi ancora
da dove veniamo
il fiore rosso dell’uomo
è in ogni cosa che vive
mente, usa il tuo potere
spirito, usa le tue ali

Libertà!...

Stringiti a me
Non lasciarmi andare
i ghepardi hanno bisogno di mangiare
corri, antilope
il tuo nome è King
il tuo cognome è Dom
perché tu ancora credi 
in ciascuno
quando un bambino fa il primo respiro
Quando la notte vede l’alba
Quando la balena salta nel mare
Quando l’uomo riconosce

Libertà!...

Respira
veniamo dal calore
Quello elettrico
ti sconvolge vedere
che lui ci ha lasciato il sole?
Atomi nell’aria
organismi nel mare
il sole e, sì, l’uomo
sono fatti delle stesse cose

Libertà!...

Buon mattino a tutti.

Enrichetta numero13: che ne è della bellezza?

Triste da dire, ma è così. 
Il tempo che scorre è come una pietra abrasiva.
A poco a poco cancella la bellezza.

Prima cancella lo splendore, appanna tutto quello che è lucido e fresco: la pelle, i capelli,il sorriso.
Poi tesse una ragnatela sottile, scava e consuma.
Con un lavorio costante, appena percettibile, ma quotidiano.
Quasi non te ne accorgi, ma poi ti guardi con attenzione e  non ti riconosci.

Il tempo è una livella: chi è stato bello, con gli anni, peggiora infinitamente di più di chi bello non è stato.
La rivincita dei brutti. Si arriva tutti allo stesso traguardo.

Allora sì che diventano importanti le risorse interiori, la serenità, la gentilezza, l'interesse per gli altri, l'armonia.

Invecchiare con grazia non è un fatto di silicone e di diete, ma proprio di gioia interiore.
Specchiamoci negli occhi di chi ci ama: vedremo ancora intatta la nostra bellezza.
_______

Enrichetta guarda Anna che si è raccolta i capelli in una treccia alta sul capo.
"Sei molto carina così"."Non m'importa. Raccolgo i capelli perché devo arrampicare e mi danno fastidio. Mi sbattono in faccia. E poi si possono impigliare nella corda."
Anna non ci pensa molto, alla sua bellezza.
Preferisce jeans, leggins e maglioncini ai vestiti e alle gonne. Lei è un tipino sportivo, bellissima nella sua acerba semplicità.
"Ma è importante essere belli?"
"Vieni che ti racconto una storia:   

“Paride se ne stava sdraiato sotto un leccio.
Paride era un principe bellissimo, ma faceva il pastore, come voleva suo padre, il re Priamo, perché se ne stesse lontano dai guai.
Guardava pascolare le sue pecore e un po’ si annoiava. Non succedeva mai niente, quando faceva pascolare le pecore. 
Le pecore erano tutte bianche, ma in mezzo a loro, puf, ecco una nuvoletta mille volte più bianca.
E da quella nuvoletta, puf, ecco uscire una signora bellissima.
E poi un’altra nuvoletta, puf, e una seconda signora ancora più bella. E un’altra nuvoletta, puf, e una terza signora, puf, mille volte più bella.
Paride guardava frastornato le tre signore bellissime e pensava di sognare.
Quando, pum, una piccola mela d’oro cadde dal leccio-una mela da un leccio?- proprio tra le sue mani. Sopra c’era scritto “alla più bella”.
Paride ora aveva gli occhi grandi come piattini da the, e pensava di essere impazzito, quando un vocione, che non si sapeva bene da dove veniva, gli disse:
“Paride, davanti a te ci sono tre dee, Era, Atena e Afrodite.
Darai la mela d’oro a chi ti sembra la più bella”.

La prima dea aveva pelle bianca e grandi occhi bruni.
Si avvicinò a Paride e gli disse:
“Io sono Era, moglie di Zeus, il re di tutti gli dei.
Se dai a me la mela avrai tutto il potere e le ricchezze  del mondo”.




"Bella, bella, forse un po’ troppo in carne per i miei gusti.
Ma cosa me ne farei di tanto potere e ricchezze?"
  
La seconda dea era alta e snellissima, con occhi azzurri come il ghiaccio. 














Si avvicinò a Paride e gli disse:
“Io sono Atena, dea delle guerre e della sapienza.
Se dai a me la mela avrai tutta la saggezza del mondo e sarai sempre vincitore in battaglia.”

"Bella, bellissima, un po’ troppo ossuta per i miei gusti.
La saggezza? Boh, le persone troppo intelligenti le trovo noiose.
E poi sono un pacifista, come le mie pecore".
   
La terza dea era morbida come un gelato e flessuosa come un giunco, aveva lunghi capelli biondi, occhi azzurri come il mare, pieni di luce, e una bocca che sembrava una fragola.














lunedì 26 ottobre 2015

Enrichetta n12: una dozzina di uova

Altro motivo di gioia: fare bene il proprio lavoro.

Spesso mi sono trovata a fare cose che non avrei scelto di fare.
Capitate così, tra capo e collo.
Prima reazione: fastidio, insofferenza, frustrazione.
Chi me lo fa fare?
Due opzioni: vivere la situazione con un fondo di rancore vivacchiando, e non si vive bene.
O, visto che "tanto s'ha da fà", farlo bene.

Buttarsi, lasciarsi coinvolgere, osservare, capire.
Mi sono trovata a scoprire il lato bello di ogni situazione. C'è sempre qualcosa che vale la pena.
O qualcuno.
E poi cominci ad amare quello che fai, a diventare brava, e a farlo con gioia.

Enrichetta è una creatura semplice.
Fa le uova. Ma le fa con gioia, come solo le galline peppole sanno fare.


DODICI: UNA DOZZINA DI UOVA 

“Lo sai quante uova hai fatto questa settimana?”,
domanda Anna ad Enrichetta, che sta facendo la sua ginnastica giornaliera, volando dal cancello, zum, alla siepe, zum, e dalla siepe, zum, al cancello, zum, per irrobustirsi le ali.

“Fammici pensare. Faccio due uova al giorno, perché sono una gallina peppola. La domenica non faccio uova perché mi riposo.
Allora, due uova al giorno per sei giorni.
Dodici: 12!!! Ho fatto dodici uova!”

























“Sì, una dozzina! Sei proprio una gallina in gamba!”, dice Anna, grattandola sulla piccola testa, proprio sotto la crestina, dove sa che le piace di più.
  
Enrichetta  sorriderebbe, di piacere, affetto e soddisfazione.
Ma ha il becco duro che non si può piegare.
Allora socchiude gli occhi e china la testa da un lato, in un modo un po’ buffo, come solo le galline san fare.
E sembra proprio un grande, perfetto sorriso.



buon mattino con Justin Bieber

Gran festa a Milano per gli EMA.
5 premi al ventunenne canadese Justin Bieber, dalla faccia liscia di bimbo cresciuto.
Ha cominciato su You Tube, quasi per gioco.
Ha venduto milioni e milioni di dischi in tutto il mondo.
Godetevi "Where are you now?", che ha anche un bellissimo video.




Buon mattino a tutti.

Juve avanti con Dybala



Ha una faccia da bambino, 'sto Paulo Dybala.
In effetti, a 21 anni, si è poco più che bambini.
Ma ha grinta da vendere.
Si fa vedere, onorando un costo milionario.
Non tanto alto, è scattante e veloce, 'sto "gioiello".
"La joya", l'han chiamato in Argentina, e prezioso lo è, sotto tutti i punti di vista. 
Cerca di farci dimenticare Thevez.
Vai così, ragazzo. 
Grazie ad un'opportuna nonna italiana è pure cittadino italiano da tre anni. Niente "jus soli".
Viva la nonna.

















































E Manzukic, da dove arriva? Gliela troveremo, una nonna italiana, anche al giocatore croato?
Certo che suonano meglio Buffon, Marchisio, Chiellini, Bonucci, al mio orecchio sciovinista, con le loro belle desinenze italiane.
Ma oggi è così. Non ho tempo di metabolizzare un Thevez che la squadra si trasforma, cambia faccia, in una camaleontica subitanea metamorfosi.
Guardo le partite e ad ogni momento chiedo: "e questo da dove viene"?

Calcio globale. Mercato più che squadra.
Ce la farà la Juve a ricostruirsi un'anima?

Buon mattino con la mia rosa

Ha una forma perfetta, in uno dei suoi ultimi giorni di splendore.





Non più chiusa, non ancora del tutto aperta.
Vi mando l'immagine della mia rosa romana.

Buon mattino a tutti.




E' morto l'avvocato

L'ho incontrato solo due giorni fa, l'avvocato che conosco da una vita, che veniva a lavorare nello studio accanto al nostro appartamento, come sempre, da anni e anni, anche il sabato, anche la domenica.
Mi hanno detto che è morto. Improvvisamente. Di un malore.
Non riesco a far quadrare questa notizia con l'immagine di lui che entra nell'androne con la sua cartella. Occhiali rotondi cerchiati d'oro, cappotto grigio e cappello.
Quel cappello che si toglieva sempre, di fronte a me, con il garbo antico del signore che era.





Si toglieva il cappello e mi chiamava "Professoressa", un omaggio inconsueto al giorno d'oggi.
Aveva 84 anni. Lucidissimo, colto, affettuoso senza essere invadente.
Avevamo scambiato due parole, come sempre, poco tempo fa, davanti alle nostre porte contigue.
Gli avevo chiesto come faceva a lavorare tanto, senza stancarsi.
"Il lavoro mi mantiene giovane", mi aveva risposto con un sorriso.
Mi mancherà, tanto.

sabato 24 ottobre 2015

buonanotte con YoYo Ma

Per voi, questa sera, la splendida voce del violoncello di YoYo Ma, nel breve Preludio della Suite No 1
per violoncello solo di Bach.



Siete capaci a leggere le didascalie?...

Yo Yo Ma, cinese  nato in Francia, cittadino americano, ex bimbo prodigio, è un meraviglioso insuperato  interprete del mondo bachiano.
Ha inciso tutte le Suite di Bach.
Regalatevi la gioia di ascoltarle.

E buonanotte con Yo Yo Ma.

Enrichetta numero 11: Juve alè


Enrichetta corre dietro ad una palla di stracci.
Gliel'ha fatta Anna, con dei vestiti vecchi.
Anna guarda la sua gallina prendere a calci la palla.
"Brava Enrichetta, calcia di destro!"
Sarebbe più brava se non fosse peppola, perché avrebbe le zampe più lunghe. Vabbè che neanche Thevez era un fenicottero.
"Forza Juve, Juve alè", chioccia Enrichetta, che ha una passione per gli occhi azzurri di Marchisio.
Anna si tuffa sulla palla di pezza: "Forza Toro, facciamogliela vedere".
Tutte e due hanno il fiatone.
"Vieni che ti racconto una storia", ed Enrichetta, tra le braccia di Anna, recupera un respiro regolare.


UNDICI ZEBRE CONTRO UNDICI TORELLI.

“In una città ai piedi di alte montagne vivevano insieme zebre e torelli.
Vivevano in pace.
Andavano alle stesse scuole, negli stessi uffici, e bevevano il cappuccino negli stessi caffè.
Ma la domenica si giocava la partita. 

Undici zebre affontavano undici tori e gli animi si accendevano di passione.

Le zebre sventolavano bandiere bianconere e i tori grandi bandiere granata.
Si leggevano striscioni come ”Zebre ladre e gobbute”, “Tori minchioni” e cose del genere.

Le zebre trotterellavano eleganti, si esibivano in tiri a cucchiaio o rovesciate e avevano una cert’aria di superiorità che faceva infuriare i torelli.
I torelli colpivano pali e traverse, correvano a testa bassa e ci mettevano il cuore.

La partita rimaneva in parità, fino al sessantesimo secondo del novantesimo minuto, quando, su tiro piazzato, una zebra riusciva a mettere in rete.

“Olè!”, gridavano le zebre. “Buu”, gridavano i tori. “Arbitro senza corna!” Gridavano i tori, (e per loro questo era un insulto terribile). “Tori piangioni” gridavano le zebre.



Buon mattino con le pancakes

Per cambiare: pancakes con sciroppo d'acero, o marmellata, o nutella:



Si possono fare anche vegane, con un uovo vegano (un cucchiaio di semi di lino tritati e due cucchiai di acqua):




Buon appetito a tutti!