mercoledì 29 novembre 2017

Piccole storie di Enrichetta # 4

Anche Enrichetta ama la musica. Di sicuro quella dei Beatles, che impara a conoscere dalla piccola storia numero quattro.



 I QATTRO MUSICANTI DI LIVERPOOL

John portava occhialini rotondi, scriveva canzoni, suonava la chitarra e cantava come un angelo.
“Mi piacerebbe vivere di musica per le strade del mondo. Ma sono solo”.
E cominciò il suo cammino. 
Per strada incontrò Paul, che aveva una faccetta molto carina, e, come John, scriveva canzoni, suonava la chitarra e cantava come un angelo.
“Dai, vieni con me”, gli disse John, così saremo due e la nostra musica incanterà tutti.
E Paul si unì a John e continuarono la strada insieme. 
Per strada incontrarono George, che aveva i baffi, suonava tutti gli strumenti, anche l’armonica, e cantava anche lui.
“Vieni con noi”, gli dissero John e Paul.
George accettò e i tre continuarono la strada insieme, suonando e cantando.
Per strada incontrarono Ringo, che aveva il naso un po’ grosso ma una faccia simpaticissima, e sapeva suonare la batteria e anche le maracas e il tamburello.
“Unisciti a noi”, gli dissero John e Paul e George. 

Ringo accettò e così divennero quattro




E la loro musica riempiva tutte le strade del mondo.
E le ragazzine gridavano “John! Paul! George! Ringo!”, strappandosi i capelli e mandando baci. E i ragazzini si pettinavano come loro, con i capelli lunghi e il frangione sugli occhi, e come loro si mettevano giacche strette e stivaletti di pelle.
Tutti volevano ascoltare la musica dei Beatles, i QUATTRO musicanti di Liverpool.

Anche la regina volle ascoltarli. “Bravi, bravissimi!” gridò la regina battendo forte le mani. “Vi farò baronetti “, che non è proprio il titolo di principi, ma quasi.

Enrichetta aveva gli occhi umidi per l’emozione.
Intonò co-co-co-co-co-co-co, scala di do a salire, e de-de-de-de-de-de-de, scala di do a scendere. 



“Baronetti… Tsè. Io la mia coroncina già ce l’ho”, bofonchiò, carezzandosi la cresta.


Le piccole storie di Enrichetta le potete trovare in questo librino, dedicato ai più piccoli, che imparano a contare:






buona mattina con "Guerriero"

Ecco una bella canzone da ascoltare nel filone "Dharmapala", di protettori del Dharma:




"Guerriero", di Marco Mengoni.
Buona mattina a tutti.

Nepal: nero e terribile #2: Mahakala, protettore del Dharma


Mi sono chiarita le idee, anche se non proprio del tutto, sulla nera divinità dall'aspetto terribile.
Chi sa mi avverta, mi informi, rettifichi.




Dunque, dovrebbe essere la versione buddhista di Shiva.
Non pare cattivo, nonostante il terribile aspetto.
Dovrebbe chiamarsi Mahakala, ed è uno dei Dharmapala - protettori del Dharma- un tipo di divinità, emanazione del Buddha, che si presenta "irato" per eliminare gli ostacoli che incontriamo, dentro e fuori di noi, lungo il nostro cammino verso la perfezione.

Nero perché il nero assorbe tutti i colori : nell'assoluto tutto si fonde. 
Per proteggere deve fare paura ai demoni.
Ha tre occhi: vedete il terzo, più piccolo, sulla fronte.
Una corona di cinque teschi, che alludono alle cinque emanazioni del Buddha. Al collo ha un serpente e una lunga collana di teschi.
Calpesta vittorioso un cadavere. In una delle sei mani( in altre raffigurazioni ne ha quattro, in altre due) tiene oggetti simbolici.
Ha la mazza, la spada, il disco rotante, che fa tanto mazinga ma non c'entra niente, un pugno di demoni decapitati che tiene per i capelli, e, nella mano sinistra, una mezza calotta cranica.
Si potrebbe scrivere un libro su questi simboli, ma non ne so nulla e aspetto l'aiuto di qualche esperto.

Comunque sia, è buono: protegge in modo guerriero. 















Gatto in vetrina


Mi guarda saggio e imperscrutabile.
Lui dentro, un castellano abituato agli agi.
Io in strada, al freddo, carica di pacchi e viveri.
































Ciao, gatto.
o sei una divinità?

Buona mattina a tutti.

lunedì 27 novembre 2017

Piccole storie di Enrichetta #3

Piccole storie di Enrichetta #3

“Che pace! Che tranquillità!”.
I rami del melo disegnavano ombre violette sul verde del prato.
“Mi sento così al sicuro,qui, così protetta!” “Anche dalle volpi?”
“Certo! So tutto delle volpi,io.
Ci insegnano a stare in guardia dalle volpi da quando siamo solo pulcini.
Ma qui non possono venire.”

“Già. Mi viene in mente una filastrocca.”
“Me la racconti?” Chiese Enrichetta, sistemandosi il cuscino di trifoglio sotto la testa.
“Cos’è una filastrocca?”, aggiunse subito, perchè voleva sempre rendersi conto di tutto.

È come una canzoncina,una cosa piccola: a me l’ha raccontata la mia mamma; alla mia mamma la nonna, alla nonna la sua mamma, e così via, di mamma in mamma. Non è che me la ricordi proprio bene, ma grosso modo fa così:

Tre pulcini andando a spasso
inciamparono in un sasso, 
ma una volpe un po’ marrone
li avvistava dal balcone.

“Buonasera, bei pulcini
e di bello cosa fate?
Voi che siete piccolini
e da soli camminate?”

"Giacché mamma è andata fuori
siamo usciti ad esplorare:
vogliam far come i signori,
per il mondo passeggiare.”

“Bravi, tanti complimenti!”
Scende lesta dal balcone,
sfoderando tutti i denti
e li mangia in un boccone.”

























“Ma no,che brutta cosa!”
Enrichetta tremava tutta, dalla cresta al becco, dalle ali alle zampe.
“Poveri pulcini!Farli finire così!” 
“Ma erano stati disubbidienti!”
“Per una volta! Bisogna dare loro un’altra possibilità… Falla finire in un altro modo…Tanto non te la ricordavi neanche bene…
Ti prego”.


“Se finisse così?:

“Bravi, tanti complimenti!!!”
Scende lesta dal balcone,
sfoderando tutti i denti, 
ma l’aspetta una canzone:

“Non sentiamo lo spavento,
siamo forti ed allenati,
siam veloci come il vento,
siamo in salvo già arrivati!

Difendiam la nostra vita:
tu volpaccia sei finita!”

“Così va molto meglio”, disse Enrichetta, asciugandosi di nascosto una lacrima dal becco.
“Anch’io racconterò le filastrocche ai miei pulcini, quando metterò su famiglia.
Ma solo quelle allegre”.



Devo dire che io adoro le volpi.
Da quando ho conosciuto la volpe del Piccolo Principe.
Da quando ho visto una volpe fulva in montagna scomparire flessuosa nelle ombre della sera.

Guardate che meraviglia le sue movenze di caccia:



Le piccole storie di Enrichetta le potete trovare in questo librino, dedicato ai più piccoli, che imparano a contare:



Nepal: nero e terribile #1




Non so niente di lui.









Se non che è nero e terribile.
Certo guerriero.
Pauroso.
Mi farò raccontare la sua storia.
Per tenerlo buono, gli regalerei anch'io una collana di perline.


Nepal: preghiere nel vento




Che spettacolo.
Coloratissime bandiere di preghiera che sventolano verso il cielo.
Portano speranze, ringraziamenti, suppliche, desideri.











Un viaggio in Nepal è sempre, inevitabilmente, anche questo: un viaggio dell'anima.

domenica 26 novembre 2017

Buon appetito, scimmietta!


Buono il biscotto?






Si è sbriciolata tutta.
Ha gli occhi espressivi, un po' tristi.
Penso che sia un macaco, una delle tante scimmiette "del tempio", che accolgono con gioia l'offerta di cibo.
Chiederò chiarimenti alla figliola veterinaria, al suo ritorno.

Per intanto, buon appetito alla scimmietta nepalese.

Mezzi di trasporto in Nepal #2


Se l'elefante è scomodo si può  essere scarrozzati in questi comodi taxi a pedali.
Non si parla al conducente perché non si capisce nulla.




















Buona serata a tutti. 

mercoledì 22 novembre 2017

Mezzi di trasporto in Nepal #1

C'è un po' di nebbia, in Nepal.
Potrebbe sembrare una nostra giornata di novembre nella bassa padana.
Ma elefanti da noi non se ne vedono...





Buona mattina a tutti! 



venerdì 17 novembre 2017

piccole storie con Enrichetta. #2


Enrichetta #2

Anna spargeva a terra semi di mais e di girasole.
Enrichetta, la sua nuova gallina, da che Samanta se n’era partita in cerca d’avventura, li beccava golosa.
Enrichetta era una gallina piccina, la metà di Samanta, pensò Anna, con le piume brune, e una bella crestina rossa in testa, come una coroncina.
Le piaceva svolazzare dalla siepe al prato, dal prato alla siepe, e ce la faceva, perché era leggera, piccolina com’era. Era una gallina “peppola”, e le galline peppole sono molto più piccole di quelle ordinarie.
“Me l’hai fatto un uovo, oggi, per la mia frittatina?”

“Due te ne ho fatti, come ieri e come te ne farò domani”,
rispose orgogliosa Enrichetta, inclinando la testa da un lato,
in modo buffo, come solo le galline sanno fare.

“Sono una gallina peppola, io. A me piace fare le uova.


























Lo sanno tutti che                               

"Una gallina peppola la fa DUE uova al dì
se no la fosse peppola la gh'in faria de pì".
   
Non è poi sempre così vero, pensò Anna, ricordando Samanta.


Non ho trovato immagini della gallina peppola.
Io Enrichetta me l’immagino così:



Nel video la gallina parla a modo suo, come fa qualunque gallina.
Enrichetta invece parla davvero.
Proprio come noi.

piccole storie di Enrichetta. #1


Qui le piccole storie di Enrichetta:

Enrichetta#1

“Allora me l’hai fatto un uovo, oggi?” Chiese Anna speranzosa alla sua gallina Samanta. 
Anna aveva una vera passione per le frittatine. 
E ogni giorno chiedeva a Samanta se aveva fatto un uovo per lei.
Samanta si lisciò le belle piume bianche e la guardò con i suoi occhietti neri, scintillanti come due bottoncini. 
"No, niente uova, ZERO uova"- rispose Samanta.
“E zero frittatine, pensò triste Anna.”
Oggi sono andata tutto il giorno in altalena.”





”E ieri hai guardato la televisione mattina e sera; e l’altro ieri dovevi farti la pedicure alle zampe…Sei proprio una gallina pigrona! Sempre zero uova per me!”
“Sono una gallina con una testa, e se non mi va di fare le uova è affar mio”, rispose Samanta, un po’ offesa.
“Si, però, zero uova, zero fruttatine!"

"Pazienza”, si disse Anna, che aveva un buon carattere.
 Mangerò le carote.

giovedì 16 novembre 2017

Dove sarà Enrichetta, gallina peppola scomparsa?


Da un anno non abbiamo più notizie di Enrichetta.
Anna pensa sempre a lei, la sua dolce gallina peppola capace di deporre due uova al giorno per le sue frittatine.
Si è data da fare, la bimba, per trovarla: ha scritto avvisi e messaggi.
Niente di niente.
No news. 
Enrichetta è in treno. Ancora non ha recuperato la memoria. Confusa, sbalestrata, con un senso di vuoto nell'ingluvie, che è, come noto, la gola degli uccelli, Enrichetta  ha deciso di partire.
Ha riempito lo zainetto, si è messa sciarpa e cappuccio per ripararsi dai primi freddi di novembre, ed è salita  su un treno in partenza da Porta Susa.

























Destinazione sconosciuta.





Il cielo del Nepal









Non so bene se è l'alba o il tramonto.
Ma è un cielo del Nepal.
Che tende all'infinito.


La casa dei miei sogni


Eccola la casa dei miei sogni.
Una casa d'epoca, con immenso terrazzo. 
Vista sulle colline a est e sulle Alpi a ovest.
Con un giardino pensile, come gli Assiri- Babilonesi.
Ci metterei aceri verdi e rossi, fiori e piante aromatiche.
Passerei gran parte delle mie giornate a seminare, potare, innaffiare. 

Nella mia finestra vicina al cielo.










Sarà carissima, questa casa. Lo so.
Ma i sogni si permettono tutto. Non hanno prezzo.


Pokhara sul lago Phewa


Il trekking partirà da Pokhara, la seconda città del Nepal.
Posta a 1000 metri di altitudine, in una natura ricca di verde e di acque, (la chiamano la città dei sette laghi) è alla base delle vette dell'Annapurna.
Deve essere un posto meraviglioso.
Quanto mondo non conosco...



Seguire i movimenti di mia figlia mi fa viaggiare con l'anima.
Che bello il lago Phewa, così ampio e tranquillo, con le barche colorate.











Mi sembra di esserci.


mercoledì 15 novembre 2017

no alla muserola antiabbaio


Il mio cane in affitto, o in temporaneo regalo, è un cane dolcissimo.









Anche se ha alcuni difetti.
Al guinzaglio  tira come una pazza e corri il rischio di disarticolarti un braccio. 
Ama mangiare calzini e piccoli peluches, che poi vomita sui tappeti.
Fa una guardia spietata- è nel suo DNA:un po' cane da guardia e cane pastore-, e sarebbe anche una cosa positiva, se non abbaiasse ad ogni passaggio per le scale o fruscio di ascensore.
Mi sono documentata su internet, la nostra bibbia on line, che, devo dire, risulta alquanto contradditoria.
Dunque alcuni suggeriscono la museruola antiabbaio.
Esiste un aggeggio del genere, morbida, in stoffa e velcro, colorata come desideri.





Ma per bere? Per sbadigliare? Per traspirare?
Povero il mio cane abbaioso.
Sto allenandola al silenzio, parlando sottovoce, spiegandole le cose, come a un bambino.
Vedremo.

Comunque, no alla museruola antiabbaio.

  

Nepal e otto montagne




"In Nepal si dice che il mondo è una ruota a otto raggi. 
Al centro c’è una montagna altissima, il monte Sumeru, intorno otto montagne, i raggi della ruota, e tra di loro otto mari. 
E si domanda il saggio: «Avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?».
Mah. 
Paolo Cognetti, nel suo "Otto montagne", ci parla delle nostre montagne, limpide e asciutte sopra al paesino di Grana. Ci parla di montagne tanto più alte, quelle del Nepal. Di viaggi fuori e dentro di noi.
Ora è anche lui in viaggio nel Nepal, un lungo camminare ai piedi delle cime.
La mia bimba comincerà il trekking domani, da Pokhara.
Per ora ho notizie telegrafiche.
Dalla finestra del suo albergo si vedono le cime dell'Annapurna.




















Che spettacolo incredibile. Le montagne si innalzano sopra un mare di nubi.








Altissime. Fino agli ottomila.

martedì 14 novembre 2017

buona giornata con "le mie parole"di Bersani


Poesia in musica: "le mie parole" di Samuele Bersani.


Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate poi centellinate
sono frecce infuocate che il vento e la fortuna sanno indirizzare
sono lampi dentro un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio dato prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate...
Buona giornata a tutti!


Nepal freddo e lontano


"Avventure nel mondo": così si chiama l'agenzia di viaggi che ha scelto per partire verso il Nepal.
Non ho sue notizie. Ha iniziato il lungo trekking di quattro giorni. Silenzio stampa.






Penso a questo mondo lontano. Di cime altissime, templi colorati, nevi perenni.
Mi sento tagliata fuori. Impotente.

Parlo con il suo cane. Lo coccolo. Per compensazione.