venerdì 12 maggio 2017

Tennis alla Caja magica di Madrid

Comincia la nostra avventura madrilena.
Arriviamo ai campi dopo una bella scarpinata dalla metro.
Ci siamo preparati i panini, come facevamo a Roma al Foro Italico, e abbiamo una bottiglietta d"acqua di 75cc.
Controlli di seguritad. Benvenuti, pensiamo. "E questo?" Cibo e bevande proibite. Solo una bottiglietta da mezzo litro, senza tappo, perché non si trasformi in un pericoloso proiettile.
Proveremo la cucina del"recinto".
Peccato che sia pessima. Un hamburger immaginabile e poco cotto, col formaggio giallastro ancora solido. I tavolini luridi in un ambiente carico di spifferi.
Bleah! L'unico modo per costringere gli spettatori a consumare qui una comida è  di prenderli per fame, perquisendoli e buttando via sacrosanti bocadillos caseros e impedendo l"uscita e il rientro al recinto.
Ci sono solo piccoli bunker di cibo raffazzonato, tutti al chiuso.
















Vero che il tetto si può chiudere su tutti i campi, gran vantaggio. Ma ci sentiamo prevaricati.
Domani tenteremo la suerte sfidando i controlli.
Dita incrociate!


lunedì 8 maggio 2017

Flamenco al Cardamomo

Stasera cena e flamenco al Cardamomo.
Ovunque fioriscono locali di flamenco. Questo è  famoso per i "palos" di flamenco che offre: chitarra sola, chitarra e voce, percussioni, ballo maschile e femminile.

















Abbiamo sangria a volontà.

















Io scelgo le polpette e Sergio prende il filetto con le patate.
Abbiamo finito e comincia lo spettacolo.
Chitarra e voci stupendi. Ritmi di mani e piedi. Tutti i corpi diventano musica.
La ballerina ha fianchi generosi e portamento altero. Bellissimi gli arabeschi morbidi delle braccia e le curve del dorso.
















Poi la danza si fa intensissima, quasi muscolare, in un turbinio di gonne e volants,  in un frenetico pestare di tacchi e schiocchi di mani.
Anche i ballerini diventano sempre più trascinanti, quasi in gara con sé stessi. Si avvitano in movenze serrate, forti, estenuanti.
Non me ne intendo, di flamenco. Ma non ho percepito emozioni, né sensualità né passione.
Un bellissimo spettacolo di ritmo, forza, direi quasi di atletismo.
Mentre l'assolo di chitarra e voce è stato un momento di poesia. Con quel filo di tristezza un poco nostalgica che ti porta a sognare.

Caffè bonbon sul tetto de Las Bellas artes

La nostra casa è  vicina a tutto.
Non è ancora pronta e andiamo in perlustrazione. Grandi edifici che ricordano Parigi, con decorazioni nere e dorate.





Il cielo è percorso da nuvole veloci grigio azzurre. Saliamo sul tetto della Real Academia de Bellas Artes, dominata dalla lungimirante statua di Atena.






Si vede tutta Madrid. Meraviglia.
Vi sono immensi divani-giaciglio da cui si può contemplare il cielo.

















Mi accascio come Gregor Samsa sull'enorme triclinio e metto in opera tutte le risorse della mia lontana flessibilità per bere un caffè bonbon.
Sopra di me nuvole e vento.

















Bellissimo.

A Madrid: tennis e altro

Non mi sembra possibile.
Ancora in viaggio. Si parte per Madrid. Tennis alla Caja magica, la scatola magica che già col suo nome promette sorprese.
Un po'  di turismo tra una Vinci e un Nadal...
Un viaggio frivolo e tutto per noi.


















Abbiamo una casina tra le nuvole.
Con una grande terrazza tra i tetti.
















Non c'è lo scolapasta. Due pentole due. Non sono previste elaborate preparazioni di cibo.
Meglio così. Me ne farò una ragione.
Attenzione al gradino assassino di trenta centi metri che porta in terrazza.
Non sono ammessi azzoppamenti.
Bisogna essere in forma per girare il mondo.