mercoledì 20 maggio 2015

E gli uccelli se ne infischiano

Notizia ferale: sta vincendo l'armadio!
Oggi mi metterò d'impegno.

Qui il cielo è grigio, con un vago presagio di pioggia.
Mi sono messa un paio di pantaloni di cotone neri, quelli a sbuffo col cavallo basso, da odalisca, comprati quest'estate da un vuccumprà su di una spiaggia, una camicetta bianca e scarpe da ginnastica bianche.
Il tutto trovato ravanando nel famoso temibile armadio.
Ora anche un golfino bianco. Ho aperto la finestra per sentire le grida degli uccelli e controllare i fiori sul cactus ciccione, e fa freddo.

Gli uccelli fanno un baccano indiavolato.
Popolano gli alberi di questa piazzetta sopraelevata, che un tempo era piena di giochi di bimbi, e ora è un parcheggio con qualche panchina sderenata e vialetti incolti pieni di cacche di cane.
















Per terra trovi pezzi di pizza cartacce e lattine vuote.
Che pena!

Ma gli uccelli se ne infischiano, perché tanto se ne stanno lassù, nel loro mondo aereo, tra i rami degli ippocastani.
Saranno centinaia: ci sono merli, -che belli-, e piccoli passeri leggeri, e tantissime cornacchie.

Come Cosimo, il "Barone rampante" di Italo Calvino, (gran libro, leggetelo o rileggetelo), vivono sugli alberi e delle cacche proprio se ne infischiano.
E dai pezzi di pizza strappano bricioline con piccole beccate nervose.
Vedi che pure gli avanzi di pizza servono a qualcosa...


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