venerdì 29 maggio 2015

cambio di stagione: fatto!

Adesso niente più scuse.
Deve fare bello. Basta tentennamenti, freddi improvvisi, piogge autunnali.
Io ho finito di mettere a posto l'armadio,-ho vinto io, alla fine, ma anche l'armadio sembra soddisfatto-, e i giacconi sono riposti in posti scomodi insieme ai maglioncini di lana ai guanti e alle sciarpe.

Sono soddisfatta del mio lavoro, anche se ho tenuto un mucchio di roba che non metto e non metterò.
Ah, la tirannide dei ricordi.
Mi sono rifugiata dietro a scuse patetiche:"questo andrà bene alla mia prima bimba, questa gonna sarà perfetta per la seconda, guarda che belle pieghe, questo vestito spigato lo trasformerò in un tailleur-pantaloni per me (ma dove sono finiti i sarti, in via di estinzione come i panda), questa camiciola frufru piacerà un sacco alla terza bimba..."
Ma quando mai.








E allora largo ai pantaloni di lino, alle casacche di fresco cotone, alle camicie di voile con i colori delle farfalle, ai leggins "pinocchietto" che mettono allegria già con il loro nome.
Gran voglia di caldo, di estate, di sole sulla pelle.

Peccato che il cielo non ne voglia sapere.
Bianchiccio, tristanzuolo, promette pioggia, in accordo alle previsioni meteorologiche.
Mannaggia.

Ce ne andremo in montagna per tre giorni, con un cane che odia la pioggia e ha paura dei temporali.
Tre giorni di pioggia, dicono le previsioni.
Mannaggia.
Quattro passi da fare con l'ombrello, un cinema, una pizza, una provvista di gialli da leggere e il tennis da vedere a Roland Garros, sperando in una resurrezione di Nadal.

Fa freddo. Mi infilo un golfino di lana nera, che ho tenuto in basso, a portata di mano.
Perché il nero va bene con tutto. 
   

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