venerdì 1 maggio 2015

Ultima storia di Enrichetta: fare bene il proprio lavoro


Altro motivo di gioia: fare bene il proprio lavoro.

Spesso mi sono trovata a fare cose che non avrei scelto di fare.
Capitate così, tra capo e collo.
Prima reazione: fastidio, insofferenza, frustrazione.
Chi me lo fa fare?
Due opzioni: vivere la situazione con un fondo di rancore vivacchiando, e non si vive bene.
O, visto che "tanto s'ha da fà", farlo bene.

Buttarsi, lasciarsi coinvolgere, osservare, capire.
Mi sono trovata a scoprire il lato bello di ogni situazione. C'è sempre qualcosa che vale la pena.
O qualcuno.
E poi cominci ad amare quello che fai, a diventare brava, e a farlo con gioia.

Enrichetta è una creatura semplice.
Fa le uova. Ma le fa con gioia, come solo le galline peppole sanno fare.

La storia numero dodici, eccola qui:


DODICI: UNA DOZZINA DI UOVA

“Lo sai quante uova hai fatto questa settimana?”

Disse Anna entusiasta ad Enrichetta, che stava facendo la sua ginnastica giornaliera, volando dal cancello, zum, alla siepe, zum, e dalla siepe, zum, al cancello, zum, per irrobustirsi le ali.

“Fammici pensare. Faccio due uova al giorno, perché sono una gallina peppola. La domenica non faccio uova perché mi riposo.
Allora, due uova al giorno per sei giorni.
Dodici: 12!!! Ho fatto dodici uova!”


















“Sì, una dozzina! Sei proprio una gallina in gamba!”, disse Anna, grattandola sulla piccola testa, proprio sotto la crestina, dove sapeva che le piaceva di più.
  
Enrichetta avrebbe sorriso, di piacere, affetto e soddisfazione.
Ma aveva il becco duro che non si può piegare.
Allora socchiuse gli occhi e chinò la testa da un lato, in un modo un po’ buffo, come solo le galline san fare.
E sembrò proprio un grande, perfetto sorriso.


Le piccole storie di Enrichetta le puoi trovare in questo librino,  cantilene dei numeri, dedicato ai più piccoli:




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