lunedì 18 maggio 2015

Federer vecchio?


A trentatré anni non si è vecchi.
Almeno così mi pare. 



















Soprattutto oggi che si vive tranquillamente, e bene, anche a sessanta, settant'anni.

Secondo l'Istat continua ad aumentare la durata della vita media degli italiani: pare che nel 2010 gli uomini abbiano raggiunto mediamente i 79,1 anni, mentre le donne, notoriamente più longeve, hanno raggiunto mediamente il traguardo di 84,3 anni.

Mannaggia, fin troppo.
Almeno dal punto di vista degli enti pensionistici che spererebbero in un rapido e indolore tracollo dei pensionati.

Allora un Federer di 33 anni, che ne compirà 34 l'otto di agosto, beato lui, è un bambino.
Io sono una fan di Federer, della sua eleganza, dei suoi movimenti flessuosi e coordinati, del suo gesto tecnico che a volte diventa un momento di poesia.

Mi piace tutto di lui: che indossa completini colorati ma discreti, non ruscella sudore come un maialotto, ha bei capelli ancora folti e lucenti, si muove con l'agilità di un ballerino e fa sembrare facili e "spontanei", naturali insomma, colpi di una difficoltà mostruosa.

Dice bene, anzi, purtroppo, diceva bene, quel David Foster Wallace, autore di "Federer come esperienza religiosa":

"...Impossibile descrivere concretamente la bellezza di un fuoriclasse.
O evocarla. Il dritto di Federer è una possente scudisciata liquida, il rovescio è un colpo a una mano che lui sa tirare di piatto, caricare di topspin o tagliare – quello tagliato ha un tale nerbo che la palla cambia forma nell’aria e rasenta l’erba piú o meno all’altezza della caviglia. Il servizio ha una velocità e un grado inarrivabile di varietà e precisione; i movimenti del servizio sono flessuosi e sobri, si distinguono (in tv) solo per il guizzo anguillaceo dell’intero corpo al momento dell’impatto. 
...ma ciò non spiega niente, né evoca l’esperienza di guardare questo giocatore in azione. Di assistere, con i propri occhi, alla bellezza e al genio del suo tennis."

La bellezza. Il genio. Vi pare poco?

Vabbè, ha perso, Federer, a Roma, contro l'elasticissimo Djokovic, che ha ventotto anni e l'agilità e le sette vite di un gatto. Va bene così.

Ma Federer ci ha regalato comunque momenti ineffabili, di tennis, appunto, "alla Federer".



Eccone uno tra i tanti.
Che vecchietto, questo Federer.

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