giovedì 14 maggio 2015

"diverso" è bello

Ricordo una bimba di una classe delle medie.
Bei capelli biondo castani, le guance rosate.
Chiamiamola Giulia. 

Giulia aveva avuto una nascita difficile, con il forcipe, e il suo sistema nervoso era stato parzialmente leso.

Si muoveva a difficoltà, a scatti, come un uccellino.
E le parole che voleva dire le uscivano smozzicate. Le capivi solo se ci mettevi tanta buona volontà.

I compagni non erano teneri con lei. Ridacchiavano quando leggeva o parlava; si scambiavano gomitate e occhiate di intesa. La crudele sincerità dei ragazzini.


Vorrei dire che dopo un po' Giulia era stata accettata, capita, inserita nei gruppi e nei giochi, ma non è stato così.

L'ho sempre vista sola, evitata dagli altri.
Forse, col tempo, canzonata di meno.
Ma in quel breve periodo di scuola nessuno dei suoi compagni ha conosciuto la sua intelligenza, la sua voglia di gioco e risate, la sua anima bella.
Peccato. Certo un'occasione d'incontro sprecata. 






Siamo tutti in certo qual modo "diversi". Perché siamo unici.
E la nostra unicità è respingente per "il gruppo". Che vuole aspetto e comportamenti omologati.

Sono convinta che la nostra diversità sia ricchezza. 

Per noi e per gli altri. 

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