Stasera vi andrò per la prima volta, a vedere un balletto del 1973 di Roland Petit, messo in scena dal Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma.
Sono curiosa. Mi piacciono i Pink Floyd. Mi piace Roland Petit. Mi piace la danza moderna più dei balletti classici sulle punte.
Il cielo di Roma purtroppo è pieno di nubi grigiastre che promettono pioggia. Speriamo bene.
Pantaloni e casacca e scarpe comode. Golfino ed ombrello. Sono vestita come un'escursionista più che per una prima.
Il posto è assolutamente incredibile.
La luce calda del tramonto su queste mura antiche. I pini ad ombrello come nuvole
contro il cielo.
Visto che ci vediamo poco, mio marito ha fatto le cose in grande. Posti in seconda fila. Solo i giapponesi ,che sono dappertutto come al solito,
sono messi meglio. Cinguettano davanti a noi come piccoli fringuelli gioiosi.
La musica, dolce, accompagna i movimenti fluidi e flessuosi dei ballerini. Lei ha un abitino morbido rosa antico di Yves Saint Laurent. Tutti i passi sono morbidissimi. Le braccia sembrano colli di cigni. Si cercano, si intrecciano. Le schiene si inarcano, ma senza spigoli. Lei volteggia sempre più piano tra le braccia di lui, fino a spegnersi, come in un sospiro.
Molto bello, quasi immateriale. Un momento di poesia .
Anche i giapponesi se ne stanno in silenzio, un po' sopraffatti.
Comincia il balletto sulle musiche dei Pink Floyd.
La musica è a volume altissimo. Più ritmi che cantato. Le onde sonore ti percuotono come frustate.
I ballerini sono una trentina, vestiti di tute bianche essenziali, che si accendono delle luci di scena.
Fasci di raggi blu rosa violetti. Raggere taglienti o spirali ondulate. La luce, con la musica e i corpi che danzano, è protagonista. Come è giusto che sia.
Novanta minuti di energia pura. Gli aggettivi consueti ,"ipnotico, psichedelico " non sono adeguati.
Siamo tutti coinvolti. Si applaude e non basta, si battono furiosamente i piedi sull'impiantito per fare più rumore.
Per essere anche noi suono movimento, energia.
La luna, non quella dei Pink Floyd, ma quella vera, è una falce d'argento nel cielo di Roma.
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