venerdì 12 giugno 2015

blog come psicoterapia/ sogno 3: perdere i denti

Avete mai sognato di perdere i denti?

Questo è, tra i miei  sogni ricorrenti, uno dei più angosciosi.

Già non amo andare dal dentista, anzi, dovrei dire che lo detesto.
Mi disturba la pressione, lo sfregamento, quel rumore di trapano che ti entra nel cervello. E gli odori, quello pungente di etere, il puzzo di bruciato, l'odore acre del cloro.
Oltretutto i denti facevano parte della mia bellezza.

Mi ritrovo con dei denti traballanti, in uno studio dentistico.
Il viso del dentista non lo riconosco, è come un'ombra scura senza connotati.
Ma si piega verso di me, esplora, con i suoi piccoli attrezzi da sadico.
Capisco che non è soddisfatto.
La mia ansia è profonda. Sento i denti che continuano a traballare. Uno sembra attaccato a un filo.








Pare che questo sogno terribile, di impotenza, ansia, fragilità, sia un sogno "classico".
Ne hanno parlato anche Freud e Jung.
Naturalmente interpretandolo in chiave "sessuale".
Considerando la perdita dei denti, che azzannano, lacerano, e sono uno strumento di potenza e predominio, come un senso di "castrazione".
Insomma la metafora dell'insoddisfazione, o dell'inadeguatezza.

Per la tradizione popolare la perdita dei denti preannuncia la perdita di una persona cara.

Per alcuni che interpretano in modo più positivo, potrebbe avere il significato di una nuova stagione della vita, come per i bimbi a cui cadono i denti da latte: una sorta di rinascita.
Oppure una specie di regressione: il desiderio di ritornare piccoli.

Mah. Secondo me niente di buono.
Questo sogno per me è quasi un incubo.
Faccio di tutto per svegliarmi e uscirne.
Con tutti i miei denti intatti. 

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