lunedì 15 giugno 2015

bimba tosata

Fa caldo nonostante i temporali della sera.
La bimba ora ha i capelli lunghi, che si arricciano sul collo e le danno fastidio.
Non vuole né coda né codini.
Se se li lascia fare, dopo poco decide: "batta!", e si toglie elastici e fermacapelli con gesto deciso.

Allora tutti d'accordo: con l'estate davanti, il mare e la piscina e le docce, meglio un taglio corto.
Le chiediamo ipocritamente "vuoi tagliarti i capelli?" con aria invogliante. E lei risponde con il sì entusiasta dell'innocenza e dell'incomprensione.
Dunque me la carico sulla bici, che per lei è un'avventura bellissima, ed è morbida e biondina e piumosa, e la porto dal mio parrucchiere.
L'ambiente non le piace.
Il rumore dei fon la disturba e si avviticchia a me come un pandino senza speranza.
Tutti i tentativi di fare amicizia cadono nel vuoto.
Si stringe a me ancora di più e nasconde la testa nell'incavo del mio collo.
Me la vedo dura. La riporterò a casa con i capelli di prima.
Idea geniale della parrucchiera bruna, -sono due, una bionda e una bruna, come le vallette di Sanremo-: caramelle.
La bimba è golosa: le caramelle morbide, zuccherose, gialle rosa arancio, profumate alla frutta, la affascinano.
Niente mantellina. In braccio a me si lascia spiumare con la dolce rassegnazione di un agnellino innocente. 
Mangiando caramelle.

























Piovono ciocche bionde e castane sulla mia casacca, sulla sua camicetta, sulle sue gambotte, sui miei pantaloni. Per terra c'è un tappeto setoso.
Noi sembriamo due yeti.

Mi faccio avvolgere una ciocca in una cartina di stagnola.
Con il rimpianto per quella massa fine e setosa.
Pazienza, ricresceranno.  

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