mercoledì 29 luglio 2015

risotto di macchia

Intorno alla casa  c'è  un po' di terreno arido e sassoso, che, nella mia voglia di orto e di giardino, abbiamo cercato di imbrigliare in ripide terrazze.
Qui tutti gli anni pianto qualcosa, tenace e piena di immotivata fiducia.
E l'anno dopo trovo sempre qualche sterpo nuovo.
Quest'anno è  morta una dipledenia che dovrebbe essere rustica. Ma non lo è  a sufficienza per questa costa avara  battuta dal vento.
Questa è  la terra della macchia mediterranea, dei pitosfori lucidi, del mirto profumato, del ginepro piegato dal vento, del rosmarino aromatico.
La macchia è  bassa, con un sottobosco secco, dal colore bruciato, che ravviva le tante sfumature di verde.
Anch'io ho  cespugli di rosmarino e mirto odoroso.


























Un risotto stupendo lo faccio con questi aromi freschi, che raccolgo al momento.
Un battuto di cipolla fresca con un filo d'olio  sardo.
Rosmarino, un poco di mirto, tritati fini.
È  un gran lavoro ma vale la pena.
Due pugni di riso sardo, che è  buonissimo,  come il vialone nano, per persona.
Sfumo con mezzo bicchiere di vermentino o di torbato (Wow! ).
Aggiungo poco a poco brodo vegetale.
Dopo 10 minuti,  quando ne mancano 5 alla cottura, aggiungo una bella manciata di basilico e prezzemolo freschi, tritata.
Una noce di burro e parmigiano per mantecare, fuori dal fuoco.

Il risotto è  fantastico e profuma di macchia mediterranea.

Buon appetito a tutti!

Nessun commento:

Posta un commento