Lui è abbronzatissimo. Ha fatto il pieno di sole in questi due scarsi giorni di mare, con la tenacia che lo distingue.
Indossa una giacca bianca su di una t-shirt color malva con una stampa di indiani americani.
Un altro sembrerebbe un gelataio. Lui è elegante.
Io ho i pantaloni neri da odalisca, una morbida blusa bianca di Pedro del Hierro ( mai sentito prima), frutto di un supersaldo a Valencia, e cerchi dorati alle orecchie.
Ci regaliamo una serata in un bel ristorante, come due innamorati.
Il ristorante si chiama "Il Rincón del Faro". È arredato in stile minimal, bianco, legno e quadri di felci e muschi alle pareti. Veri. Nature vive invece di nature morte.
A me piace il vino bianco con le bollicine e lui sceglie lo champagne.
Lusso sfrenato per una volta.
Ci dimentichiamo la Grecia e i migranti e la disoccupazione giovanile.
Un "queso de cabra" dorato, lontano parente della mozzarella in carrozza per me, nobilitato da un letto di pomodorini glassati e perline di pesto .
Un piatto di jamón iberico de bellota per lui.
Sembra un fiore. Lo assaggio. Preferisco quello italiano.
Arriva il primo che avevamo ordinato : un riso "meloso" alle verdure. Meloso vuoi dire "all'onda", un parente del nostro risotto mantecato. Alla fine, tra il meloso, il caldoso, che è riso in brodo, e la paella, vince, a parer mio, la paella.
Il dessert è stupendo: un "coulant" di cioccolato dal cuore filante con una pallina di gelato alla vaniglia.
Siamo tutti e due lievemente ebbri .
Torniamo a casa sorridendo, tenendoci per mano.
Coinvolgente il racconto della tua cenetta valenciana con il tuo affascinante Lui.
RispondiEliminaLe fotografie e le descrizioni dei piatti sono magnifiche: Bravissima Germana! Anna
Grazie Anna.
RispondiEliminaAnche per te presto una cena a Valencia ...