Ma in piano. Guardandomi intorno con calma.
Insomma, non sono un'atleta.
Una passeggiata in bici lungo le rive del Tevere mi sta bene. Immagino che sia tutto pianeggiante.
La mia bici è stravagante: spesso mi si inciampano i piedi contro la ruota.
Percorriamo un lungo tratto di avvicinamento.
Il Tevere è gonfio, bruno più che biondo, ombreggiato da alberi e cespugli.
Si scende fino a costeggiarlo, lungo una pista ciclabile che corre lungo l'argine.
In zona Ostiense le curve dei gasdotti si mescolano agli arabeschi dei rami.
Ogni angolo è una scoperta.
Il colle dell'Aventino. Lo scorcio di un ponte.
È domenica e scopriamo ovunque aria di festa.
La kermesse della Nutella ha riunito famiglie e bimbi, impegnati in salti ed assaggi.
Dobbiamo procedere spingendo a mano le bici per non falcidiare la folla.
Bellissima l'infilata di ponti, in uno squarcio suggestivo.
Sull'argine ciuffi di erbe palustri e fiori violetti.
Purtroppo cartacce e rifiuti. Frotte di gabbiani.
Ci fermiamo a leggere i versi di tanti poeti sul Tevere. Dante, Ungaretti, Pasolini...
Grandi pagine in teche di vetro, per insegnarci l'arte e la natura. È davvero un peccato che tutte le teche siano infrante, squarciate da uno spirito vandalico e perverso.
Il Tevere ci regala altre immagini.
Le imbarcazioni con gli equipaggi che vogano.
Il pescatore che aspetta tranquillo.
I pescatori intenti a una gara di pesca.
Risaliamo e costeggiamo un mercatino bellissimo. Di antichità, quadri, ciapaciapa, pizzi e vestiti.
Mi compro una casacca setosa, di un verde brunito.
Come le acque del Tevere.
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