mercoledì 23 settembre 2015

In bici lungo il Tevere

Mi piace andare in bicicletta.
Ma in piano. Guardandomi intorno con calma.
Insomma, non sono un'atleta. 
Una passeggiata in bici lungo le rive del Tevere mi sta bene. Immagino che sia tutto pianeggiante.
La mia bici è stravagante: spesso mi si inciampano i piedi contro la ruota.
Percorriamo un lungo tratto  di avvicinamento.
Il Tevere è  gonfio, bruno più  che biondo, ombreggiato da alberi e cespugli.




















Si scende fino a costeggiarlo,  lungo una pista ciclabile che corre lungo l'argine.
In zona Ostiense le curve dei gasdotti si mescolano agli arabeschi dei rami.














Ogni angolo è una scoperta. 
Il colle dell'Aventino. Lo scorcio di un ponte.




















È domenica e scopriamo ovunque aria di festa.







La kermesse della Nutella ha riunito famiglie e bimbi, impegnati in salti ed assaggi.
Dobbiamo procedere spingendo a mano le bici per non falcidiare la folla.



















Bellissima l'infilata di ponti, in uno squarcio suggestivo.
Sull'argine ciuffi di  erbe palustri e fiori violetti.
Purtroppo cartacce e rifiuti. Frotte di gabbiani. 

















Ci fermiamo a leggere i versi di tanti poeti sul Tevere. Dante, Ungaretti, Pasolini...
Grandi pagine in teche di vetro,  per insegnarci l'arte e la natura. È  davvero un peccato che tutte le teche siano infrante, squarciate da uno spirito vandalico e perverso.
























Il Tevere ci regala altre immagini.
Le imbarcazioni con gli equipaggi che vogano. 
Il pescatore che aspetta tranquillo.


















I pescatori intenti a una gara di pesca.



















Risaliamo e costeggiamo un mercatino bellissimo. Di antichità, quadri, ciapaciapa, pizzi e vestiti. 




















Mi compro una casacca setosa, di un verde brunito.
Come le acque del Tevere.

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