mercoledì 9 settembre 2015

al "velavevodetto" di Flavio al Testaccio

Che nome è  "velavevodetto" per un ristorante? Ve l'avevo detto cosa? Già  il nome incuriosisce.
Il navigatore ci porta in meandri oscuri.
Giriamo in tondo tentando l'ingresso in stradine a senso unico  nel verso sbagliato, tra le imprecazioni ancora accettabili del mio compagno. Parla con la fantomatica elettronica creatura del navigatore come se fosse vera.
Finalmente arriviamo. Due terrazze. Muri tra l'arancione e il rosso antico.
Dalle salette interne si vedono le "testae", i cocci delle antiche anfore, che danno il nome al luogo.





Insomma, siamo su un monte di spazzatura.
Una discarica  che si è  stratificata nei secoli, diventando appunto un monte, il Monte Testaccio. Qui a Roma tutto è antico e prezioso, carico di storia, persino le discariche.
Il posto è  accogliente, con luci calde che si fanno strada tra il fogliame.
Il menu  ci propone piatti tipici della tradizione romana: i tonnarelli cacio e pepe, i fiori di zucchina in frittura, i rigatoni con la pagliata,  le polpette fritte di bollito.
Io assaggio i tonnarelli squisiti, i fiori di zucchina vitalizzati dall'acciuga, e mi dedico al mio ossobuco con piselli,  non particolarmente romano, ma buono comunque.





Dó  un'occhiata agli scaffali del vino, dove ricche bottiglie sono suddivise per regioni,  e torno al mio tavolo facendo lo slalom tra sedie e clienti.
Il cibo buono innesca discussioni da gourmet e ricordi d'infanzia. Si parla di polpette e di pagliata. Le porzioni sono generose e invitano a compartire le proprie scelte.
Condivido l'ossobuco con il mio garbato vicino. Peccato per i piselli che mi rotolano furtivi sulla blusa.
Il vino sincero fa la sua parte. Si chiacchiera in amicizia, riuscendo persino a superare la soglia dei commenti meteorologici sull'estate caldissima.

Lo consiglierei proprio, questo "velavevodetto", per il posto, l'atmosfera accogliente e ricca di personalità, il cibo particolare, il bel clima che si viene a creare.
Ma perché  "velavevodetto"?
Ditemelo, se lo sapete.







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