giovedì 17 settembre 2015

alla tomba di Keats

Oggi una passeggiata romantica.
Al Cimitero Acattolico di Roma, in cerca della tomba di Keats.
Dalla Porta di San Paolo, costeggiando la Piramide Cestia, arriviamo all'ingresso di questo piccolo, raccolto Cimitero.
Si sviluppa lungo un declivio ondulato, secondo successivi terrazzamenti, fino al colmo delle mura romane.
Ci inoltriamo per sentieri ombrosi, tra pini e cipressi.






























Le lapidi bianche ci raccontano di affetti troncati, di mogli affrante ,  mariti addolorati, giovani morti prima del tempo.
Moltissime le scritte in inglese.
Avanziamo tra l'azzurro dei plumbago e il bianco di piccole margherite.
Molte tombe non sono segnalate da lapidi, ma da alberi: un cipresso piccolino, uno più slanciato.
Cerchiamo le tombe di Keats e Shelley, in una sorta di itinerario romantico.
Parliamo tranquille di morte, e ci risponde la voce degli uccelli.




















Un giardiniere ci guida alla tomba di Gramsci.





























È  severa, con piccoli vasi di gerani.
La tomba che cerchiamo è  dalla parte opposta.
Ecco, in alto, sotto le mura, la tomba di Shelley.
Una semplice lapide bianca.




















Anche Shelley giovane, bello, romantico.
Cantore di allodole e venti e classiche urne.
Il sentiero ci accompagna ad un gran prato verde, su cui si allunga l'ombra della Piramide Cestia. Anch'essa una tomba.



















Troviamo un epitaffio a John Keats inciso nel marmo, tra tralci di edera.






























Poco distante si trova la sua tomba, accanto a quella dell'amico.





















L'incisione ci parla della sua giovinezza.
Ventisei giovani anni.
Della sua poesia.
Del suo nome "scritto sull'acqua".

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