sabato 19 settembre 2015

weekend a Ponza

Ho insistito per un blitz all'isola di Ponza.
Me ne parlava sempre una bella collega:"Se non sei stato a Ponza non sai cos'è il mare".
Un weekend  fuori stagione, mordi e fuggi, per godere ancora del mare e vedere un posto nuovo.
Mi riscopro questo spirito zingaresco, che ti porta a cercare, scoprire, guardare intorno a te.
On the road. Senza le scomodità  del viaggiatore vero,  però. Oggi il mio spirito d'avventura si sposa al confort. Totally spoiled. 
Ponza ci accoglie con i suoi colori pastello da borgo ligure, con le costruzioni basse col tetto bombato.




















Come le antiche abitazioni di una volta.
I tetti a botte convogliavano l'aria calda in alto.
Intorno al tetto, un poco arretrato, si raccoglievano le acque piovane, che, incanalate adeguatamente, diventavano una risorsa preziosa.




















Fa molto caldo. C'è  un mucchio di gente. Sembra di essere in piena estate.
La navetta ci porta a "Le Forna", dal nome delle fornaci che lavoravano la bentonite, il silicato di alluminio che si estraeva dalle cave locali.
Siamo al "villaggio  dei Pescatori", un albergo molto carino che ha le stanze in piccoli edifici gialli azzurri e verdini.
Con i tetti bombati come potevano avere, appunto, le case dei pescatori.






















La vista è stupenda, su Cala Feola, con la spiaggetta a sinistra e incantevoli piscine naturali a destra, tra il tufo e il basalto.






















La sera mangiamo in terrazza.
Un polpo con patate in  una suggestiva preparazione con conchiglia che non c'entra molto col polpo, ma è  sicuramente coreografica.























Mannaggia, mi ero dimenticata dell'intelligenza del polpo e lo mangio malvolentieri..
La sera è umida. 
Anche le zanzare locali banchettano allegre con le mie caviglie.

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