giovedì 3 settembre 2015

arrampicando alla parete dei Militi

Siamo a Bardonecchia, la mia bimba ed io.
Missione: full immersion nei compiti delle vacanze.
Lei è  rigorosa e diligente, con un gran senso del dovere e scarsa propensione al bluff.
Si è  portata i libri delle vacanze in Islanda. In viaggio da un fiordo a un vulcano.
Piccolo dramma: libro dimenticato a Reykjavik.
Ora deve recuperare il  tempo perduto.
Ma si può passare tutta la giornata tra chilogrammi perimetri trapassati prossimi e predicati verbali?
Ci vogliono momenti di "stacco", a fare qualcosa che piace.
A lei piace arrampicare.
Qui abbiamo amici cari che ci "adottano" e ci scarrozzano in cerca di pareti da sfidare.
Lui conosce tutte le pareti di questa zona, del Vercor, del Delfinato. Sale ancora come uno scoiattolo, con muscoli che non conoscono l'usura del tempo.
Lei è  sempre esile come vent'anni fa e calza ancora lo stesso imbragatura,  beata lei.
Lo assicura e deve fare saltelli per pareggiare il peso.
La figliola, dolcissima, coccola la mia bimba e aiuta a districare la lunga corda nera.
Siamo fortunati col tempo. Il cielo, contro tutte le previsioni, è  blu, e c'è  il sole.


































La parete incombe altissima e grigia.
Ogni via ha un nome : Albatros, Incontro, Rondini,
Fornelli..., e riporta un numero che indica il grado di difficoltà.
La mia bimba "sale da prima", confortata dai consigli dell'amico esperto.
Veloce e agile, sembra  proprio un ragnetto. Tra un rinvio e l'altro  cerca le prese sulla roccia.






A volte gli "spits" sono troppo distanziati per la sua limitata apertura alare, ma in un modo o nell'altro si arrangia.
Io ho il collo intorpidito per la posizione e per l'ansia.
Ci sono altri spettatori in questa radura petrosa.
C'è  la mia cara amica con il suo pitufet, che raccoglie gioioso le pietre e commenta nel suo linguaggio incantevole: " Petra.  Atto..."







C'è  un volpino biancastro che dà  la zampa e ulula al vento, credendo di essere un lupo.




























Insomma, un bel pubblico, altamente qualificato.
Finalmente la discesa. Sono invecchiata di dieci anni.






La figurina ondeggia nel vuoto, zampettando lungo le rocce della parete.
Ora è a terra. Ma l'ansia non è  ancora finita. Bisogna recuperare i rinvii in parete e ci pensa l'esperto.
Il tutto mi sembra difficile e decisamente pericoloso.







Questo non è  lo sport per me, almeno da spettatrice.
Bello, bellissimo. In mezzo alla natura, come mi spiega entusiasta la mia bimba. Fai parte di questa natura. Esplori la pietra con le mani, carezzi asperità  ed anfratti, ti guadagni le prese.
Ti godi il vento, la vista dall'alto, il breve riposo sulla sosta, la discesa che è  quasi un volo.
È  una sfida e una conquista.
Quando arrivi alla catena e chiudi la ghiera senti di aver fatto qualcosa di bello. 

Capisco. Ma la stringo a me, contenta che sia con i piedi per terra.








1 commento:

  1. Incredibile la piccola grande atleta, matura e motivata come pochi suoi coetanei: Complimenti a lei, ai genitori e ai nonni per questo straordinario risultato: Anna

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