giovedì 10 settembre 2015

Centrale Montemartini: macchine e arte

Era tanto che la volevo vedere, questa particolare area espositiva di Roma, che propone l'arte antica accanto all'archeologia industriale.
Nel 1912 prima centrale termoelettrica pubblica, dismessa negli anni cinquanta perché  ormai obsoleta, la Centrale Montemartini viene restaurata e ripensata come una particolarissima area di incontro di due diverse realtà monumentali: quella antica, delle sculture e delle pavimentazioni musive provenienti dai Musei Capitolini, e quella delle turbine,  dei motori, della caldaia di una centrale, divenuta anch'essa un oggetto archeologico.
Sono curiosa. La prima sala a piano terra, quella delle colonne, mi lascia folgorata. 
Gli ambienti sono ampi ed altissimi. Le macchine nere  sono perfetti sfondi silenziosi per il candore dei marmi.


















La statua di Atena è  monumentale come le macchine.




























Le splendide teste espressive che sfilano davanti ai nostri occhi sono tutte diverse. 
Mi commuove la bellezza del volto di Era.



















Giriamo senza fretta, con la gioia di poter osservare senza dover fare  a gomitate  con la folla dei visitatori, sempre presenti in modo massiccio nei circuiti principali.
Cartelloni esplicativi ci spiegano le caratteristiche delle opere  e degli oggetti.
Al primo piano ci accoglie la sala delle macchine
È ricostruito il frontone del tempio di Apollo Sosiano, con i resti delle statue di Eracle e delle Amazzoni. 




















Le statue sono immense e potenti come i motori diesel.
L'illuminazione, discreta e bellissima, alterna grappoli di globi lattiginosi a binari di faretti ben orientati.
Anche lo scorcio della finestra è  un pezzo di realtà industriale.



















Tutto è  smisurato ma non incombente. 
Spezzoni colossali di piedi testa e arti ci parlano del tempio della Fortuna.






















La sala delle caldaie contrasta con la grazia delle opere provenienti dagli Horti.
Dolce e bellissima mi sembra questa fanciulla seduta:










Mi colpisce l'efebica  bellezza di questa testa di satiro:






















Al centro della sala un prato di mosaico. 
Sono scene di caccia, minute nei particolari e grandiose nel loro insieme.




















Ci sediamo sulle sedie nere, per dare un'ultima occhiata d'insieme.
Un luogo particolare e bellissimo, questo originale Museo.
Dove l'ambiente è  anch'esso protagonista.
Dove i contrasti sono anche elementi d'incontro.
Da vedere, assolutamente.

Perché se ne  rimane incantati.

Il sito del Museo: m.centrale montemartini

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