Oggi abbiamo incontrato il fuoco.
Percorriamo una strada nera.
In lontananza le montagne innevate. Sembrano dorsi pezzati.
Si accendono colori caldi: ocra, rossicci, marroni, dorati.
Nuvole di vapore bianco ci annunciano la centrale geotermica.
Lungo le sinuositá dei colli corrono lucenti tubature metalliche.
Mi viene in mente quel bellissimo libro di Dino Buzzati, oggi poco noto, " Il grande ritratto".
La centrale sembra qualcosa di vivo, pulsante. Ha una voce che riempie la valle.
Ci inerpichiamo sui fianchi del vulcano, che erutta pare ogni dieci anni.
Io salgo con la mia bimba più grande.
Ci coglie impreparate l'azzurro turchese dell'acqua raccolta nel primo invaso.
Il vapore ha una voce di assoluta potenza. Sembra il rombo di un aereo.
La mia bimba si copre le orecchie con le mani.
Siamo così vicine a questa forza sotterranea.
Scendiamo veloci.
Perché sentiamo un rispetto che somiglia alla paura.
Sull'energia geotermica in Islanda:
Islanda 11: fumarole a Hevrir
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