venerdì 24 aprile 2015

Sono belle le mani.


Che belle sono le nostre mani.
Che hanno lavorato, scritto, cucito, cucinato, carezzato.
Anche se ora affiorano piccole macchie brune.
E se le vene non sono più solo ombre azzurrine, ma delicati festoni in rilievo.
Le mani ci parlano, non l'avete mai notato?
E danzano nell'aria, si aprono, si chiudono, sfarfallano, stringono.
Sanno essere dure, tenaci, leggere, dolcissime.
Dobbiamo avere cura delle nostre mani.
Io le trascuro. Per lavorare non metto mai i guanti. Giusto quando curo i miei fiori e pasticcio con la terra. Le mie unghie sono delicate, si spezzano con facilità. Non ci bado.
Da domani manicure, promesso!
Da domani, come la dieta anticolesterolo, come l'ultima sigaretta, sempre domani...
Sfioro i petali della mia orchidea gialla.
Veramente una phalenopsis, -me l'ha regalata mia figlia-. Non proprio un'orchidea di quelle di Nero Wolf, ma liscia come una seta lussuosa.




Carezzo i capelli della mia ultima nipotina. Ormai non sono  più una peluria leggera, ma hanno già vigore, consistenza, allegria, come l'erba del prato.

Gran senso, il tatto.



Anche Enrichetta lo pensa, nella sua saggezza di gallina:


Piccola storia numero cinque:

CINQUE COME I SENSI

“Mi aiuti?” Anna frugava nell’erba. “A far cosa?” “A trovare il mio bottone”. “È questo?”. Enrichetta teneva nel becco un bottoncino giallo . “Non l’avrei mai trovato, nell’erba. Si confonde. E tu, in un attimo…”
“Noi galline ci vediamo molto bene. Sai, per vedere i semini, i vermetti se ti piacciono, roba così, insomma”.
”Ah, però.”
“Ma ci sentiamo meno bene. Quando leggi le storie devi leggerle a voce alta. altrimenti non sento.”
“E come fai a sentire se arriva una volpe?”.
“Sento i passi, le vibrazioni. Ci hai fatto caso che non ho le orecchie fuori, sulla testa, come te? Dentro ce le ho”. 
“Sei bellissima così. Le orecchie “fuori” non mi sono mai piaciute.
Da piccola disegnavo le teste senza orecchie. Mi piacevano di più.” “E li senti, gli odori?”
Anna era curiosa. anche lei, come Enrichetta, voleva rendersi conto di tutto.

























“Certo che sì. Ma devo sfregare il becco-sai, è la nostra parte più sensibile- contro le cose. Mi aiuto toccando”.
“E i sapori?”
”Certo che sento il gusto di questo chicco di mais” e inghiottì golosamente il semino.
“Senti che il mais è dolce e la cicoria amara?”.
“Sento che il chicco è duro e croccante, e la cicoria è morbida e fresca: per me gusto e tatto si aiutano”.
Anna era soddisfatta. contò sulle cinque dita di una mano: “vista, udito, odorato, tatto, gusto. Hai tutti e cinque i sensi, come me”.
“Sei una gallina meravigliosa!” sussurrò all’orecchio che Enrichetta non aveva.
“Ma così non ci sento…” ridacchiò Enrichetta, che però aveva sentito il solletico.


Le piccole storie di Enrichetta le potete trovare in questo librino, dedicato ai più piccoli, che imparano a contare:










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