Come per tutti, anche per me la musica ha una forza evocativa di quelle che ti prendono alla bocca dello stomaco e ti trascinano nello spazio della memoria.
Sono stata giovanissima con le canzoni dei Beatles. "Hey Jude" mi riporta al mare di Jesolo, a una me abbronzata e snellissima,a partite di bocce, giovani amori e sabbia nei capelli.
Remember...
Mai rifugiarsi nei ricordi: la vita è qui e adesso, e dunque non sarò mai più giovane come ora, e vale la pena giocare la partita della vita fino in fondo, appunto, con gioia.
Anche Enrichetta ama la musica. Di sicuro quella dei Beatles, che impara a conoscere dalla piccola storia numero quattro.
QUATTRO:
I QATTRO MUSICANTI DI LIVERPOOL
John portava
occhialini rotondi, scriveva canzoni, suonava la chitarra e cantava come un
angelo.
“Mi piacerebbe
vivere di musica per le strade del mondo. Ma sono solo”.
E cominciò il suo
cammino.
Per strada incontrò
Paul, che aveva una faccetta molto carina, e, come John, scriveva canzoni,
suonava la chitarra e cantava come un angelo.
“Dai, vieni con me”, gli disse
John, così saremo due e la nostra
musica incanterà tutti.
E Paul si unì a
John e continuarono la strada insieme.
Per strada
incontrarono George, che aveva i baffi, suonava tutti gli strumenti, anche
l’armonica, e cantava anche lui.
“Vieni con noi”, gli dissero John e Paul.
George accettò e i tre continuarono la strada insieme,
suonando e cantando.
Per strada
incontrarono Ringo, che aveva il naso un po’ grosso ma una faccia
simpaticissima, e sapeva suonare la
batteria e anche le maracas e il tamburello.
“Unisciti a noi”, gli dissero John
e Paul e George.
Ringo accettò e
così divennero quattro.
E la loro musica
riempiva tutte le strade del mondo.
E le ragazzine
gridavano “John! Paul! George! Ringo!”, strappandosi i capelli e mandando baci.
E i ragazzini si pettinavano come loro, con i capelli lunghi e il frangione
sugli occhi, e come loro si mettevano giacche strette e stivaletti di pelle.
Tutti volevano
ascoltare la musica dei Beatles, i QUATTRO musicanti di Liverpool.
Anche la regina
volle ascoltarli. “Bravi, bravissimi!” gridò la regina battendo forte le mani.
“Vi farò baronetti “, che non è
proprio il titolo di principi, ma quasi.
Enrichetta aveva
gli occhi umidi per l’emozione.
Intonò
co-co-co-co-co-co-co, scala di do a salire, e de-de-de-de-de-de-de, scala di do
a scendere.
“Baronetti… Tsè. Io
la mia coroncina già ce l’ho”, bofonchiò, carezzandosi la cresta.
Le piccole storie di Enrichetta le potete trovare in questo
librino, dedicato ai più piccoli, che imparano a contare:
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