Polpo e patate, polpo alla gallega, con un po' di pimiento rosso: squisito!
Mi piaceva un sacco.
Ora non lo mangio più.
Da quando ho scoperto che il polpo è un animale intelligentissimo, quasi geniale.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVLpfl8B_H774zJ0N8ADN_Z3iypgYayOElsZdmuWoCFV2kp5hYyOnk3CxhAjSUZLcxUNefAPCF0KlrtZFwMdT0iXRXNypAi20HIGB20MpHQQMqRpLkbZx3NRvRraGRDS_tEyKk8YlILXI/s1600/occhi+del+polp.jpg)
La giornalista scientifica Katherine Harmon Courage ne parla nel suo interessantissimo libro:
Scopriamo che il polpo vive nei fondali sabbiosi,cambia colore a seconda delle necessità, anche 177 volte, è solitario e cannibale, e fin qui niente di che.
Ma scopriamo anche che ha grandi occhi più perfezionati dei nostri, con cui guarda il mondo in modo curioso.
E ha un cervello evoluto molto, molto intelligente.
Utilizza le conchiglie come utensili, ed è in grado di svitare i tappi dei barattoli, anche quelli a prova di bambino.
Insomma, non lo mangio più.
Guardate qua, come apre il barattolo in cui è rinchiuso svitandone il tappo:
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Pazzesco, vero?
A proposito, ecco la piccola storia numero otto, da cui si capisce che il polpo ce la fa persino, petulante e tenace, a "impapocchiare" il Signore:
OTTO:
COME IL SIGNORE DIEDE AL POLPO 8 PIEDI
Il Signore aveva
già fatto tutti gli animali del cielo, della terra e del mare.
Gli restava solo
un pezzettino di pongo.
Ne fece una pallina, ci soffiò sopra e lo buttò in
mare.
“Ecco il polpo. Ora posso riposarmi un po’.”
”Signore,
Signore.”
Una vocina petulante lo chiamava.
“Sono io, il
polpo.” “Cosa c’è? “
“C’è che mi hai fatto solo la testa.”
“Così sei
intelligentissimo.”
“ Ma voglio gambe e braccia. Voglio muovermi e pescare e
non sembrare solo un grosso testone.“
Il Signore gli
plasmò quattro bei tentacoli e stava per ributtarlo in mare.
“Signore, Signore.”
“ Ma cosa c’è ancora?”
“Quasi tutti gli animali hanno quattro zampe.Io voglio essere speciale.”
“Ti va bene che sono troppo
stanco per discutere.”
Il Signore divise
ogni tentacolo in due, facendone otto, ci soffiò sopra e ributtò il polpo in
mare.
”Otto zampe! Grazie Dio! Mi chiameranno
Octopus, quelli che ne capiscono qualcosa!”
“Otto zampe, che
esagerazione!” si disse Enrichetta, che era anche un po’ stufa di tutto questo
parlare di zampe di dita e di piedi.
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