Questa mattina parrucchiere.
Odio andare dal parrucchiere.
Lui bada ai capelli ma non alla mia faccia, a come sto. Mi concia sempre in modo tremendo, con la testa piatta sopra la fronte e gonfie volute sulle orecchie, stile Braccobaldo.
Sono arrivata a casa, e, come al solito, mi sono data da fare col pettine per demolire la parrucca incresciosa.
Ora sono quasi "normale", solo con i capelli puliti.
Però un ciuffo ostinato rimane dritto come un punto esclamativo e sembro un cacatua col ciuffo, o una gallina padovana, di quelle flaffolose che si tengono nei cortili "per bellezza".
A proposito di galline, vi propongo la filosofia di Enrichetta, che sostiene che tutti hanno diritto a una seconda possibilità.
TRE: I TRE
PULCINI
“Che pace! Che tranquillità!”.
I rami del
melo disegnavano ombre violette sul verde del prato.
“Mi sento così al sicuro,qui, così protetta!” “Anche dalle volpi?”
“Certo! So tutto delle volpi,io.
Ci insegnano a stare in guardia dalle volpi da quando siamo solo pulcini.
Ci insegnano a stare in guardia dalle volpi da quando siamo solo pulcini.
Ma qui non possono
venire.”
“Già. Mi viene in mente una filastrocca.”
“Me la racconti?” Chiese Enrichetta, sistemandosi
il cuscino di trifoglio sotto la testa.
“Cos’è una filastrocca?”, aggiunse
subito, perchè voleva sempre rendersi conto di tutto.
È come una canzoncina,una cosa piccola: a me
l’ha raccontata la mia mamma; alla mia mamma la nonna, alla nonna la sua mamma,
e così via, di mamma in mamma. Non è che me la ricordi proprio bene, ma grosso
modo fa così:
Tre pulcini andando a spasso
inciamparono in un sasso,
ma una volpe un po’ marrone
li avvistava dal balcone.
“Buonasera, bei pulcini
e
di bello cosa fate?
Voi
che siete piccolini
e
da soli camminate?”
"Giacché
mamma è andata fuori
siamo
usciti ad esplorare:
vogliam
far come i signori,
per
il mondo passeggiare.”
“Bravi, tanti complimenti!”
Scende lesta dal balcone,
sfoderando tutti i denti
e li mangia in un boccone.”
Enrichetta tremava tutta, dalla cresta al becco,
dalle ali alle zampe.
“Poveri pulcini!Farli finire così!”
“Ma erano stati disubbidienti!”
“Per una
volta! Bisogna dare loro un’altra possibilità… Falla finire in un altro
modo…Tanto non te la ricordavi neanche bene…
Ti prego”.
“Se finisse così?:
“Bravi, tanti complimenti!!!”
Scende lesta dal balcone,
sfoderando tutti i denti,
ma l’aspetta una canzone:
“Non sentiamo lo spavento,
siamo forti ed allenati,
siam veloci come il vento,
siamo in salvo già arrivati!
Difendiam la nostra vita:
tu volpaccia sei finita!”
“Così va molto meglio”, disse Enrichetta, asciugandosi di nascosto una lacrima dal becco.
“Anch’io racconterò le filastrocche ai miei pulcini, quando metterò su famiglia.
Ma solo quelle allegre”.
Devo dire che io adoro le volpi.
Da quando ho conosciuto la volpe del Piccolo Principe.
Da quando ho visto una volpe fulva in montagna scomparire flessuosa nelle ombre della sera.
Guardate che meraviglia le sue movenze di caccia:
Le piccole storie di Enrichetta le potete trovare in questo
librino, dedicato ai più piccoli, che imparano a contare:
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