martedì 10 novembre 2015

Valentino, biscotto e fattore umano

Allora ho imparato una parola nuova: "biscotto", nell'accezione di "combine", "pasticcio combinato, inciucio".
Preferivo non sapere.
Dunque 'sto giovane Marquez ha remato contro Valentino Rossi.
Non attaccando Lorenzo, gli ha lasciato tutto lo spazio per la vittoria ai danni di Valentino.
Un biscotto, anzi, un biscottone.
Ma ci sta. Ho sentito Valentino in conferenza stampa.






Amareggiato, deluso.
Il grande, grandissimo campione, vincitore di nove titoli su moto di classi differenti, ha sempre, con i suoi 36 anni, la faccia da ragazzino.
E del ragazzino ha anche l'immediatezza, la spontaneità polemica, il modo di esprimersi.
Ha ragione di parlare di comportamento "antisportivo". Ma ci sta tutto. Siamo noi a pensare che lo sport dovrebbe essere un mondo asettico di esempi, di valori, di modelli. Ma lo sport lo fanno i campioni. Che sono umani, umanissimi, come tutti.
Dunque Marquez nella sua giovinezza ha risentimenti e invidie come tutti gli umani. La fa pagare a Valentino. L'imponderabile fattore umano.
Il contatto con Valentino, -volontario?- nel gran premio della Malesia, a Sepang, ha fatto cadere Marquez, buttandolo fuori gara.
Ripicche, gelosie, biscotti al veleno.
Anche Valentino, nella sua smisurata grandezza, è umano.















Il fattore umano: ridimensiona i miti.
"Valentino Rossi: un mito nel fango", titola la faziosa stampa spagnola, che,  ovvia tifosa del conterraneo Jorge Lorenzo, rifiuta l'ipotesi del biscotto.
Bruttissimo titolo. Non tiene conto del fattore umano.
Che i miti li ridimensiona. Li rende fallibili, fragili.
Non li butta nel fango. Li  riporta sull'orizzonte terreno.


2 commenti:

  1. Condivisibile e lucidissima,oltre che profonda, questa disamina sull'accaduto a Valentino: Grazie!!!!

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  2. Profonda mi sembra troppo... Grazie comunque.

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