"Uffa, 'sto cane. Vuole giocare. Sono una gallina, capito? Va' sul tuo divano. Cuccia, cuccia.
Non mi sono rotta la testa ma mi verrà un infarto.
E questo da dove spunta?"
Soffio è riuscito a balzare, nonostante sia un gattino monco, accanto a a Enrichetta, e le sta mulinando vorticosamente una zampina intorno al becco.
"Sta giù piccolo demonio. Mio Dio che gabbia di matti! Francesca è carina, ma ha una casa che sembra uno zoo. Devo andarmene di qui."
Enrichetta si è tolta il bendaggio. La testa va bene anche se non ricorda nulla.
Cerca qualcosa da mangiare da mettere nel fagottino. Un po' di mais, dei chicchi di miglio, magari. Niente. Francesca ha preparato una teglia per la cena di stasera.
"Vediamo un po'..."
"Patate, rosmarino, e queste cosa sono? COSCE! COSCE DI POLLO!!! Che orrore! Una casa di cannibali!"
Enrichetta raccoglie la sua bandana azzurra, due grissini al sesamo e mette tutto in un fazzoletto che annoda con cura.
"Via, via. Arrivederci, ragazzi, statemi bene. Salutatemi Francesca. E ditelo che vegetariano è meglio."
ricordando Parigi
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