martedì 22 dicembre 2020

Verso il Colle della Scala

 Il tempo non è più bellissimo.

La spesa tarda ad arrivare e dunque partiamo in ritardo.

Andiamo verso i rifugi, muniti della mascherina pp2 da indossare in caso di incontri pericolosi.

Siamo solo noi due. Il nostro amico fa sci di fondo a Pian del Colle. Si allena ottimista per un'improbabile Marcia Longa. Scrutiamo la pista innevata ma di lui non c'è  traccia.

Siamo insieme qui a Bardonecchia per pochi giorni,  ma non ci si vede. Anche in questo il tempo di covid detta nuove regole spietate: ognuno se ne sta per conto suo, rinchiuso nel suo bozzolo asettico, privo di germi e di abbracci.

Verranno tempi migliori. Chissà. 

La neva crocchia sotto le pedule come zucchero versato.

Il bacino della diga è splendido e silenzioso, di un grigio scintillante tra blocchi di bianco assoluto





Il mio sherpa decide di deviare verso il Colle della Scala. 

Buona scelta.  Ci siamo solo noi due e la neve. Le montagne sfumano nel cielo senza colore.





Io vado adagio.

E lo sherpa mi aspetta. Seduto, come al solito.



Che nervi. Fa freddo. Raffiche rabbiose mi schiaffeggiano.



Torniamo all'auto. Il sedile mi accoglie tepido e misericordioso. Profuma di nuovo. Di buono. Di casa. 

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