martedì 8 dicembre 2020

settembre 2019: risottata alla Torre di Batibò

 Oggi farò una cosa carina con le amiche: visita alla mostra "Monet e gli impressionisti in Normandia", ad Asti, e poi la tradizionale risottata  in campagna, in un posto che si chiama la Torre di Batibò, che sembra il nome di una favola. 

Mi piace tutto, di questo programma. Mi piace trovarmi una volta tanto con le mie amiche. Sto diventando sempre più orso: combino rarissime uscite. Tra un po' mi spunterà la pelliccia e saluterò con un grunt indistinto.

Le amiche sono belle, eleganti in vari toni di grigio e di azzurro, affettuose.

Ci accomodiamo sul pullman. Il rito dei biglietti da pagare. Una signora ci farà da guida al museo e ci sta indottrinando sulla filosofia di un museo. Uffa.

Però vediamo scorrere i colori dell'autunno e ogni tanto ridacchiamo. 

Rotoliamo disordinatamente lungo via Alfieri verso Palazzo Mazzetti: è sempre un caos, quando si è in tanti. Siamo una piccola folla in attesa all'ingresso. Manchiamo un po' di coordinazione. La nostra guida ci abbandona al nostro destino con l'unica raccomandazione di fermarci poco davanti alle opere. 

Il percorso è in sale sotterranee, un po' soffocanti.

Questo post è scritto in differita.Oggi, tra contagi e mascherine, la nostra visita non sarebbe possibile.

Poche le tele di Monet. Protagonista è la Normandia, con la sua brume, le sue onde, i suoi azzurri, i suoi grigi. Le sue atmosfere.

Ecco le barche ad Etreta.

Le scogliere che si accendono col sole del tramonto.










Monet, ma anche Boudin, Merret 



Mondi capovolti, vele al vento, riflessi di cieli.
Quasi sentiamo la salsedine.
Insomma, bello. Nonostante lo scantinato e la guida non guida. 
Siamo in salvo sul pullman e ci contano come pecore senza nome.
Eccoci a destinazione. E' proprio una torre.













Sale affrescate, salotti fanè, divanetti Luigi Filippo.
Mangiamo all'aperto, a grandi tavoli con le panche.
Qualche raggio di sole di questo tepido autunno.
Gli antipastini dovuti: vitello tonnato, peperoni, salamino, insalata russa.
Poi il risotto, che è buono, cotto al punto giusto e ci sorridiamo a vicenda.
Una bella scelta di dolcini, il caffè, e siamo di nuovo sul pullman. Non abbiamo parlato moltissimo, ma ci sentiamo più vicine.
Ci salutiamo con l'anima leggera.

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