lunedì 14 dicembre 2020

A Bardonecchia con l'Audi nuova

Partiamo alle nove e mezza, con l'auto nuova.

E' una Audi raffinata, un poco più lunga, un poco più alta, un poco più larga della Troc.

Un poco più tutto. 

Di auto non me ne intendo e la considero solo dal punto di vista estetico, come una faccia, o una persona. 

Ha un grande sorriso un po' geometrico, un po' ferrato, come se avesse l'apparecchio per i denti.

Un colore neutro, tra il grigio e il marrone. Non vistoso. Per l'appunto, elegante. La chiamo scarafone.

Portiamo i materassi nuovi, che occupano tutto l'abitacolo. Non si vedrebbe nulla, di dietro. Ma lo scarafone ha la telecamera posteriore e provvede lui.

Velocità costante, regolata elettronicamente. Un viaggio morbido e comodo, sul velluto. La voce di Johnny Cash. Perfetta ricezione acustica. Il portellone si apre con il telecomando e non devo fare acrobazie in estensione come con la Troc. Bravo scarafone.

Per ora promosso.

La nostra, a Bardonecchia, è una missione lampo. Il tempo di scaricare, sistemare i materassi, ruotarli nelle camere, rifare i letti, sistemare i materassi dismessi in garage, un toast al volo, e siamo pronti per ripartire.

Ci premiamo con una mezz'ora di sole sul terrazzo, di fronte alle montagne bianche, agli alberi e ai prati innevati.



   

Che bello.


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