sabato 19 dicembre 2020

Un mondo in bianco e nero

Siamo fuggiti dalla segregazione di Torino 

Abbiamo anche dovuto chiudere le persiane. La nostra casa è impacchettata nella plastica, come una delle fantasmatiche sculture di Christo, perché beneficia degli sgravi per il rifacimento della facciata. Così viviamo doppiamente reclusi, con miriadi di omini che passeggiano sulle impalcature a metà balconi e ci innaffiano di potenti getti d'acqua ad alta pressione: un vaporetto superprofessionale.

Abbiamo raccolto un po' di biancheria nello zaino. Stipato le nostre verdure avvizzite, i sughi surgelati i formaggi e i tagliarini nella borsa frigo e siamo venuti quassù,  a Bardonecchia, orfani degli amici.

Ci infiliamo le pedule che hanno visto tempi migliori e ci avviamo lungo il torrente.


C'è ancora neve sul letto del fiume e lungo il sentiero.

La roccia è sbalzata in fasce di scisti grigiastri.  

L'acqua scava viottoli neri nel candore della neve. Intrappolati sui rami degli alberi ancora dei fiocchi tardivi.

Un mondo bianco e nero che vive di sfumature.










É  come una poesia.




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