L' Isla Mujeres, quasi di fronte a Cancun, è lunga appena 8 chilometri e conta circa 15.000 abitanti stanziali.
Ma è ben più popolata, durante tutto l'anno, da chi vuole mare turchese e spiagge caraibiche dove ti fanno ombra le palme, e un clima più raccolto e meno "americano" della zona hotelera di Cancun.
Grazie al cielo non c'è una bici adatta alla nostra bimba, così affittiamo un "carrito de golf", una piccola auto aperta che a dir tanto arriva ai 20 km all'ora.
Fa freddo e c'è molto vento, ma il sole ci porta alla Punta Sur, un'alta punta rocciosa dove il mare ha sfumature incredibili.
Ci accoglie Ixchèl, dea della luna e della fertilità, dell'arcobaleno e dell'amore.
I braccialettini di carta che attestano il pagamento del biglietto d'ingresso sono diventati fragili offerte votive, e ingentiliscono i cespugli come preghiere al vento.
C'è un museo a cielo aperto: sculture di artisti locali che si profilano contro il cielo turchino, animato di nubi.
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Nemmeno in Sardegna, che è sempre la mia pietra di paragone, abbiamo visto colori simili.
La nostra bimba corre, salta, arrampica, con i capelli battuti dal vento: una figurina animata in questa immensità d'azzurro.
Sono sempre stupende le tue descrizioni di siti o di persone. Attendiamo altri post sul viaggio messicano. Grazie Germana
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