giovedì 11 febbraio 2016

Alla tortugranja di Isla Mujeres

Oggi non sono proprio in forma.
Mi sento la febbre e tutte le ossa rotte. 
In gola quel pizzicore molesto, che non è proprio mal di gola, ma ci va molto vicino.
Ho due occhi orrendi, da tartaruga. Dunque sono perfetta per vistare la Tortugranja, il centro di allevamento e cura delle tartarughe, qui a Isla Mujeres, ideato da un pescatore di buona volontà.
La nostra bimba è tutta esaltata. Datele un animale da vedere, ancora meglio da cibare, e la farete felice.
Il posto è stupendo, con il mare a strisce verdi e turchesi che non smette di stupirmi.
Vi sono grandi zone recintate di palizzate, dove le tartarughe nuotano pigramente.





















Poi vi sono le vasche per curare gli esemplari malati, quelle che esibiscono  tipi diversi di tartarughe, le vasche di allevamento nell'acquario, piccolo ma con spiegazioni esaurienti.


























La bimba si è comprata un cartoccio di mangime per tartarughe. Accoccolata sul pontile, ciba con entusiasmo le sue creature. Ingaggia una lotta senza quartiere contro gabbiani e pellicani, che vorrebbero compartire il banchetto.























Le tartarughe gradiscono.
Volteggiano con grazia, anche quelle enormi, tra trasparenze di cristallo.










Io mi sono rifugiata all'ombra, accasciata su una panchina, e mi difendo gli occhi doloranti dai riflessi del sole con l'ultimo paio di occhiali neri (ma quanti ne ho persi?)
Sto male, ma mi godo il pensiero di infilarmi tra poco nelle lenzuola del mio letto in albergo, prendendomi una vacanza dalla vacanza.
Mi godo la gioia della bimba.
Mi godo le stilettate di sole e di azzurro e mi sento al posto giusto. 
Una tartaruga anch'io, con grandi occhi tumefatti e stupiti.



Nessun commento:

Posta un commento