sabato 16 dicembre 2017

Un albero di cristallo per Natale


Quand'ero piccola papà  comprava un abete vero. Lo sceglievamo insieme a Porta Palazzo.
Doveva essere alto e pieno di fronde.
Aveva il vaso, con tanto di radici.

Per me era il più  bello e il più gigantesco di tutti.
Riempiva di un verde lucido quasi tutto il salotto. La sera facevamo i turni ad annaffiarlo,  mia sorella ed io.
Poi, per almeno due giorni, papà  lavorava alle luci.
I decori erano tutti di vetro trasparente, delicati come piccole nuvole. 
Ad ognuno veniva tolto il sigillo con il cordino, e papà  vi inseriva una lucina. Un metodo unico, che ho imparato e trasforma anche ora i miei alberi di Natale in qualcosa di magico.
Sono, con il tempo, andate distrutte la luna che stava in alto e la rosa iridata che stava a metà. Ora trovo solo palle poco trasparenti, prive di quella fantastica iridescenza di una volta.
Qui a Bardonecchia ho fatto un albero tutto bianco, un poco lunare, un albero di cristallo.











Quando preparo l'albero penso sempre a mio padre.
All'amore e alla pazienza che ci metteva, per regalarci una magia unica, che ci teneva incatenate a guardare con gli occhi pieni di meraviglia.

Ricordo che un nostro abete sopravvisse a lungo, finito il Natale, sul balcone di casa.
Allungando rami e caricandosi di piccole pigne, pronto per vestirsi di nuove luci la notte di Natale.

1 commento:

  1. ho letto solo ora, Fernanda, il bel racconto del rito di preparazione dell'albero di Natale ed ho compreso le origini familiari della tua capacità di regalarci ogni Natale una magia bianca. Grazie

    RispondiElimina