domenica 3 dicembre 2017

Nepal: La kumari di Kathmandu


Lei si chiama Trishna Shakya, ha appena tre anni, ed è la nuova Kumari di Kathmandu.
Kumari significa "vergine" in sanscrito.
Trishna è l'attuale Kumari, la reincarnazione della dea indù Taleju Bhawani. 
L'hanno scelta tra altre piccole di casta Buddista delle famiglie Newar, la stessa d'origine del Buddha.
È stata selezionata, in base a tredici o trentadue- le fonti non sono d'accordo- criteri fisici di bellezza e di perfezione.
Deve avere pelle fine ed intatta, nessuna cicatrice, "petto di leone", "cosce di daino", 20 denti perfetti...
E ad altri, importantissimi criteri caratteriali.
Deve essere tranquilla, serena, equilibrata, assolutamente non capricciosa. 
Il suo carattere è stato testato in prove paurose.










Eccola vestita di rosso, che sarà il colore dei suoi abiti, con le calzine che porterà all'interno del palazzo. 
Nelle tredici uscite ufficiali non toccherà mai il suolo, fonte di contaminazione. 
Uscirà in portantina e dimenticherà le scarpette.
Non andrà a scuola. 
Vivrà, lontana dalla famiglia e isolata dal mondo, nel Kumari Bahal, il palazzo  di mattoni rossi che sorge in Durban Square, nel centro di Kathmandu.

































Sarà l'onnisciente dea bambina fintanto che non si ammalerà, non si ferirà, non entrerà nella pubertà.
Pronta ad essere rimpiazzata da un'altra piccola perfetta, quando uscirà dal palazzo per sempre, con il dono di una piccola pensione a vita.
Uscirà spersa, impreparata - anche se ora viene affiancata da un tutor-, destinata al nubilato perché il mito dice che lo sposo di una ex Kumari non può sopravvivere.

Pare invece che tutte le Kumari deposte si siano sposate senza lutti. 
Alcune sono faticosamente riuscite a reinserirsi in una vita da "umana".
Dopo aver vissuto la terribile solitudine di una dea.

Nessun commento:

Posta un commento