martedì 29 giugno 2021

Perché Draghi si e io no?

 Oggi ho il richiamo del vaccino.

Al Centro vaccinale del Lingotto, dove per la prima dose avevo aspettato quattro ore e mezza in piedi sotto il sole. Pare che ora si siano organizzati bene.

Speriamo. 

Avevo fatto Astrazeneca per la prima dose. Febbre altissima per due giorni. Mialgie. Artralgie. dolore intollerabile al braccio durato per quindici giorni.

Chiederò di fare Pfizer, come il buon Draghi e la buona Merkel.

Firmo un foglio in cui accetto di fare il Pfizer e già questo mi conforta. Forse han deciso così. Pfizer per tutti.

Mi siedo sulla seggiolina di plastica davanti alla dottoressa vaccinale.

Mezza età, occhi cerulei, capelli un po' frisè.

Le espongo i miei desiderata. Niente da fare. Per la mia fascia d'età è previsto Astrazeneca e tanto basta.

Parlo del modulo che ho firmato. Squasimi esterrefatti. Mi han dato il modulo sbagliato. Ho firmato per Pfizer ma mi faranno Astrazeneca. Non si scappa. La dottoressa vaccinale parla delle linee guida. Invalicabili. Gli occhi cerulei diventano di ghiaccio.

Tiro fuori il mio coniglio dal cappello. Perché Draghi sì e io no?

E qui arriva la favola. La dottoressa mi spiega paziente.

Draghi per la seconda dose ha fatto Astrazeneca, come tutti gli ultra sessantenni, come impongono le linee guida invalicabili.

Ma per convincere il popolo riottoso a fare l'eterologa, spinto dal buon cuore e dal senso civico, ha dichiarato che avrebbe fatto Pfizer in seconda battuta. Insomma ha mentito al popolo per giusta causa, per diventare l'esempio da imitare.(La dottoressa questo lo sa. Fa parte del suo staff?)

Non so cosa sia meglio. Se superare le linee invalicabili grazie al proprio status o impapocchiare il volgo.

Porgo il braccio ad Astrazeneca.

La dottoressa mi guarda soddisfatta.

La sua favola le sembra ben congegnata.

Per un puffo tontolone come me.

Pazienza per Astrazeneca. Non ci contavo neanche.

Ma avrei preferito in risposta una schietta tautologia: "perché Draghi è Draghi".







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