lunedì 10 aprile 2023

Buona Pasquetta con le forsizie!!!


I primi a fiorire sono i fiori gialli: le primule nei prati, e, prima ancora, le forsizie.

A Bardonecchia, davanti a casa nostra, sfolgorano tre cespugli di forsizie.

Sono proprio del colore del sole.


Buona Pasquetta a tutti!


mercoledì 1 giugno 2022

dammi tempo

 Non fiorivano mai.

Mettevano foglie e foglie, grige, verdastre, subito accartocciate.

Bisogna saper aspettare, dare ad ognuno il suo tempo. 

Un po' di fiducia, di ottimismo, di speranza.



Eccole le mie ortensie, oggi.

Che belle.

lunedì 30 maggio 2022

child art




Il mio bimbo ama disegnare.
Si siede concentratissimo su di un seggiolone con i braccioli.
Ha fatto la cernita dei pennarelli "buoni", quelli che scrivono ancora.
Li impugna come si impugna una zappa, con la forza dei suoi freschi tre anni.
"Cosa disegni?"
"Il nonno."
"Prima la faccia." Il rosa non funzione e prende il violetto.
Poi gli occhi con le pupille: due anelli contorti. 
La bocca è un segmento orizzontale. Il nonno non ride e non piange. Braccia e gambe sono filamenti aerei che partono dalla faccia.
I piedi provano ad ancorare l'ectoplasma, ma rimane il senso di qualcosa che fluttua o galleggia.
"Ora i capelli. Li faccio rossi."
Si capisce che i capelli sono la parte che più gli piace disegnare.
Con grande precisione li fa partire dalla testa. Sono i raggi di un sole o i tentacoli di una medusa.
"E' bello?"


"Bellissimo"



Come te.











martedì 29 giugno 2021

Perché Draghi si e io no?

 Oggi ho il richiamo del vaccino.

Al Centro vaccinale del Lingotto, dove per la prima dose avevo aspettato quattro ore e mezza in piedi sotto il sole. Pare che ora si siano organizzati bene.

Speriamo. 

Avevo fatto Astrazeneca per la prima dose. Febbre altissima per due giorni. Mialgie. Artralgie. dolore intollerabile al braccio durato per quindici giorni.

Chiederò di fare Pfizer, come il buon Draghi e la buona Merkel.

Firmo un foglio in cui accetto di fare il Pfizer e già questo mi conforta. Forse han deciso così. Pfizer per tutti.

Mi siedo sulla seggiolina di plastica davanti alla dottoressa vaccinale.

Mezza età, occhi cerulei, capelli un po' frisè.

Le espongo i miei desiderata. Niente da fare. Per la mia fascia d'età è previsto Astrazeneca e tanto basta.

Parlo del modulo che ho firmato. Squasimi esterrefatti. Mi han dato il modulo sbagliato. Ho firmato per Pfizer ma mi faranno Astrazeneca. Non si scappa. La dottoressa vaccinale parla delle linee guida. Invalicabili. Gli occhi cerulei diventano di ghiaccio.

Tiro fuori il mio coniglio dal cappello. Perché Draghi sì e io no?

E qui arriva la favola. La dottoressa mi spiega paziente.

Draghi per la seconda dose ha fatto Astrazeneca, come tutti gli ultra sessantenni, come impongono le linee guida invalicabili.

Ma per convincere il popolo riottoso a fare l'eterologa, spinto dal buon cuore e dal senso civico, ha dichiarato che avrebbe fatto Pfizer in seconda battuta. Insomma ha mentito al popolo per giusta causa, per diventare l'esempio da imitare.(La dottoressa questo lo sa. Fa parte del suo staff?)

Non so cosa sia meglio. Se superare le linee invalicabili grazie al proprio status o impapocchiare il volgo.

Porgo il braccio ad Astrazeneca.

La dottoressa mi guarda soddisfatta.

La sua favola le sembra ben congegnata.

Per un puffo tontolone come me.

Pazienza per Astrazeneca. Non ci contavo neanche.

Ma avrei preferito in risposta una schietta tautologia: "perché Draghi è Draghi".







domenica 27 giugno 2021

sottoveste da incubo

Faccio parte del popolo degli insonni.

Mi capita spesso, dopo aver dormito due, tre ore di sonno buono, quello vero, che dormi come un sasso o un bambino, di risvegliarmi e piombare più tardi in un dormiveglia popolato di sogni.

Sogni ricorrenti, che somigliano vagamente agli incubi, senza connotati di terrore, ma con l'atmosfera rosso-grigia dell'ansia.

Uno di questi sogni è quello della sottoveste.
La sottoveste è un indumento dimenticato, che nessuno oggi usa più, e che anch'io ho usato con parsimonia.

Pure, la sottoveste entra beffarda nei miei sogni con insistente regolarità.

Sogno che devo andare al lavoro, o a una cena tra amici, o semplicemente a comprare il latte, e mi ritrovo per strada con addosso solo la sottoveste.
Provo un disagio grandissimo, mi appiattisco come un gatto sui muri, striscio come un verme da un marciapiede all'altro.

















Non la vedo bene, la sottoveste, o forse non la ricordo.
Non so se è quella rosa con qualche pizzetto beige o quella nera liscia cortissima.
So solo che vorrei nascondermi, trovare una botola, disintegrarmi, ma non ce la faccio.

Il sogno mi dà un'ansia profonda, di chi vuole fuggire ma non sa come e dove.
L'unica scappatoia è svegliarmi. 

la bambola guarita

Pare che l'odorato sia uno dei sensi che più ci evocano i ricordi.

Per me l'odore pungente della resina, che sa di medicinale e disinfettante,  è  legato all'immagine di una bambola  malata.
Avevo questo bambolotto,  non so chi me l'avesse regalato, di biscuit  rosa, con gli occhi  di vetro azzurro e la testa liscia come una biglia.
Il biscuit è  una specie di porcellana, che oggi non si usa più.  Oggi si usa una plastica che non si rompe, morbida al tatto come la pelle vera.





Non ricordo la dinamica dell'incidente, ma so che il bambolotto cadde, proprio di testa, che si ruppe come una noce di cocco.

La faccina era intatta, ma la testa era un buco vuoto.
Ero disperata. 
Ricordo lo studio del papà,  che aveva trovato il modo di salvare la mia bambola  malata.
Papà  era dentista. Mi sorridevano impronte di gesso e modellini di resina rosa e denti scintillanti. 
La mia bambola riebbe una testa nuova e lucente, tutta di resina rosa.
Odorava di medicinale e disinfettante, e  pesava come una pietra, ma  era  di nuovo  intatta  tra le mie braccia  amorevoli. 


martedì 22 giugno 2021

alla riscoperta di Costa Paradiso



Rieccoci a Costa Paradiso.
Solo per due settimane. Preparati alle nuvole, al vento, al maestrale.
Invece la luce è quella limpida e tersa della primavera.
L'acqua è cristallina, increspata da piccole onde leggere: vedi le frotte di pesci senza la maschera.
Decidiamo di restare in Costa per sfruttare meglio il tempo.
Andiamo a Li Cossi, armati di ombrellone e borsa frigo, lungo il sentiero scavato nella roccia.





Che colori questo mare.


E la macchia mediterranea si accende del giallo vivo dell'elicrisio.
La spiaggia di Li Cossi è un'epifania,
Una mezzaluna  di sabbia dorata tra le rocce di granito rosa.





Alle sue spalle il fiume, ampio, verde, tranquillo.





Nemmeno le file di ombrelloni e il chioschetto riescono a rovinarla.


Una meraviglia assoluta.